Il figlio di Remì riapre la calzoleria: «Torno artigiano»

MONTEBELLUNA. Calzolaio per passione e per vincere la crisi. La storica bottega del calzolaio Remì ha riaperto i battenti a Posomon. Ora però a lavorare nel negozio aperto da Remo Franceschini nel 1963, è il figlio Christian che, animato dalla passione ereditata dal padre ha deciso di mettere a frutto la sua professionalità anche a casua della crisi economica che ha progressivamente portato a rivalutare quest’antico mestiere che sembrava destinato a scomparire. «Sono cresciuto tra suole e tomaie» racconta Christian, 44 anni «per molto tempo ho lavorato come responsabile in una grande azienda di calzature sportive, una professione che amavo ma che al tempo stesso mi sottoponeva a un grande stress e così ho pensato di tornare al mestiere di mio padre, sfruttando il diploma di modellista calzolaio». Remo da tutti chiamato Remì è scomparso tre anni fa ma la famiglia ha mantenuto intatta la sua bottega come se lui fosse ancora in vita e ora il figlio ha deciso di rianimare questo luogo, usando gli attrezzi del padre: «Chi spende molto per un paio di scarpe, ricorre sempre al calzolaio per sistemarle, ma con la crisi anche chi spende cifre più abbordabili, le accomoda almeno una volta prima di comprarne di nuove» spiega Franceschini «certo non mi riferisco a chi spende 20 euro ma se si spendono 60 o 80 euro per delle calzature vale certo la pena di farle sistemare». Una tesi tutt’altro che campata in aria perché basta visitare il calzolaio più in voga di Montebelluna, Giovanni Pellizzari che lavora in via XXX aprile, per rendersi conto di quante siano le persone che si affidano a questi professionisti, con il rischio di stare in fila anche dietro a dieci persone, prima di consegnare l’oggetto da riparare. Ora sulla piazza c’è anche Christian.
Ingrid Feltrin
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