Il conte Panciera stroncato in pochi giorni dal Covid a Godega di Sant'Urbano

GODEGA DI SANT'URBANO. Il Covid si è portato via il conte Carlo Panciera di Zoppola Gambara. Aveva 90 anni. Per molto tempo aveva curato l’azienda agricola di famiglia a Chiarmacis in provincia di Udine. Un’attività che aveva seguito con il fratello Prospero, fino agli anni Novanta.
Il conte Panciera, oltre che essere un accorto imprenditore, era molto colto, uomo di grandi letture, in particolare quelle che riguardavano la storia della sua famiglia, ma si interessava anche di arte e letteratura. «Mio padre è rimasto a casa fino a quando è stato possibile», spiega il figlio Antonio. «Voleva morire dove ha vissuto». I primi sintomi del Covid tra martedì e mercoledì. La morte domenica, poche ore dal ricovero in ospedale. È rimasto lucido fino alla fine, Di madre piemontese, di Balbo di Vinadio, e padre lombardo-friulano, il conte Carlo aveva vissuto la sua infanzia a Brescia. Si era sposato con la contessa Stanilla Lucheschi di Colle Umberto ed era andato a vivere a Pianzano.
«Era un uomo di un’onestà d’altri tempi», racconta il figlio, «cattolico devoto e praticante, viveva con autenticità i valori veri, con l’esempio della sua vita, sempre all’impronta della misura, della bontà e dell’equilibrio».
La sua famiglia nobiliare era originaria di Portogruaro e vanta discendenze da patriarca di Aquileia Antonio Panciera che, sostenuto dalla Repubblica Veneta e da una lega guidata dalla città di Udine, nel 1405 investe i suoi fratelli Franceschino, Natale e Nicolò del feudo di Zoppola, con giurisdizione sul castello e con diritto di seggio nel Parlamento della Patria.
Nel 1800 la famiglia Panciera si espanse, per ragioni di unioni familiari, anche nel Veneto e nel bresciano. Un suo progenitore è stato nel 1895 sindaco di Zoppola, dove diede impulso a istituzioni agrarie e cooperative, occupandosi in campo culturale degli scavi della destra Tagliamento. Un altro, medico, si segnalò per l’opera prestata durante la prima guerra mondiale con la Croce Rossa. Carlo Panciera di Zoppola Gambara era cavaliere di onore e devozione dell’Ordine di Malta. Lascia, oltre alla moglie, i figli Nicoletta, Maria Teresa, Antonio e Maria Cecilia. L’ultimo saluto sarà celebrato mercoledì nel cimitero di Bibano. —
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