Il caso a Vittorio Veneto: sei ipermercati in 6 chilometri

VITTORIO VENETO. Sei supermercati lungo sei chilometri di strada lungo la medesima direttrice in un unico flusso di traffico: via Matteotti, via del Cansiglio, via Anzano. Anzi, sette tenendo nel conto il futuro Alì all’ex Carnielli. «Decisamente troppi» protesta Michele Paludetti, presidente di Ascom.
«Una concentrazione che non risulta, di fatto, di servizio alla popolazione anziana della città, che desidererebbe il negozio di prossimità. O almeno il supermercato di prossimità». I cosiddetti “negozi di vicinato” a misura d’uomo, specialmente di questi tempi.
In via Anzano, sul confine tra Cappella Maggiore e Vittorio Veneto, sta per approdare l’ In’s”, operativo in via Giardino. Legittima, ovviamente, la scelta. Ma la “cittadella commerciale” di Vittorio Veneto (e Anzano) fa molto discutere. «Proprio ieri ho compiuto una ricognizione in questi supermercati e li ho trovati tutti intasati, con un traffico insostenibile» afferma Paludetti. «Evidentemente i vittoriesi, preoccupati del lockdown, si sono fatti i rifornimenti, come fossimo in guerra».
Cosa che sta accadendo oramai da mesi ogni volta che si annuncia la “zona rossa”. «Gli altri negozi? Vuoti. E da domani saranno chiusi». Manca, a dir poco, una seria programmazione. Si comincia, in via Matteotti, all’ingresso della città, con l’Emisfero. Si prosegue con il Cadoro, che si è notevolmente ampliato proprio in queste settimane.
Si imbocca via del Cansiglio ed ecco il Lidl, più avanti c’è la Coop e, immediatamente dopo, Aldi. «Quando si parla di programmazione, la responsabilità non è solo dei Comuni, ma anche delle stesse proprietà. È davvero saggio» si chiede Paludetti «piazzarsi lungo i pochi chilometri della stessa strada? Sarebbe oltremodo più conveniente distribuirsi nel territorio, evitando tra l’altro una movimentazione di auto quanto mai inquinante». Non solo: «E perché» si chiede ancora il presidente dell’Ascom «gli anziani con le loro attese, la popolazione fragile, ma anche le famiglie non diventano il soggetto di riferimento di questa programmazione?» .
La protesta è stata sollevata anche a Cappella Maggiore, perché qui il centro del paese rimarrà sguarnito di un supermercato. Ma c’è un altro aspetto critico di cui tener conto. Come è possibile notare, in municipio a Cappella l’immobile di via Anzano ha bisogno di un cambio di destinazione d’uso per operare come supermercato. Ed essendo al centro di un intricato nodo di traffici (a pochi metri insistono una stazione di rifornimento carburanti e un lavaggio auto self-service) l’autorizzazione è complessa. Tanto più che in prospettiva poco distante uscirà la variante di Vittorio Veneto, ovvero il secondo stralcio del traforo.
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