Il caso a Treviso: nega gli esami, medico di base aggredito

Il dottor Gianfranco Aretini, con studio a Fiera, è stato offeso durante una visita: «Non sarà più un mio assistito, l'ho denunciato»

TREVISO. La goccia ha fatto traboccare un vaso già pieno. Di insulti, improperi, offese. Ora ha detto basta. Venerdì pomeriggio è stato aggredito da un paziente. Motivo? In coscienza riteneva che l’esame cui l’anziano voleva sottoporsi non fosse necessario. «Io non glielo prescrivo, non le serve», ha detto. Apriti cielo. L’arzillo ottantaduenne, a detta del malcapitato medico, ha dato in escandescenze apostrofando il camice bianco con epiteti poco consoni, per essere gentili. Stavolta non è finita lì. Il dottor Gianfranco Aretini, medico di famiglia, ha denunciato il suo paziente. Manco a dirlo poi, lo ha pure messo alla porta. L’utente dovrà trovarsi un altro dottore.

«lei è un ignorante». «Venerdì pomeriggio è entrato da me in ambulatorio un paziente. Pretendeva che gli prescrivessi degli esami che sulla base della mia di diagnosi non erano necessari», spiega il dottor Aretini, medico di famiglia a Fiera, «in quel momento ha cominciato a gridare dandomi prima dell’ignorante e poi del maleducato». «Ribadisco che non è mia prassi oppormi alle richieste dei pazienti. Spiego le motivazioni, cerco di venire incontro alle richieste. Ma in questo caso è diventato impossibile, il paziente è diventato intrattabile, ha iniziato a gridare, offendere. E non è la prima volta, ormai le aggressioni da parte dei pazienti sono una prassi».

La denuncia. Aretini ha deciso che è giunto il momento di non lasciar più correre. «L’ho segnalato all’ordine dei medici. Con una lettera ufficiale ho spiegato ai colleghi che non posso più essere il suo medico, perché, dopo il fattaccio, è venuto meno il rapporto di fiducia». Che succede adesso? Al paziente arriverà comunicazione da parte dell’Ordine perché si trovi un altro medico. «Poi il caso sarà oggetto di una valutazione ordinistica», continua il dottor Aretini, che non è il solo camice bianco che ha deciso di far valere le proprie ragioni nei confronti dei pazienti.

in ospedale. «Mi sono confrontato con alcuni colleghi ospedalieri. Mi hanno confermato che la situazione è ogni giorno più complessa. Sono già partite anche lì almeno quattro denunce. Il caso più strano? Un paziente, senza alcuna prescrizione, si è presentato in Radiologia pretendendo di essere sottoposto a una risononanza magnetica. Per quanto tempo dobbiamo sopportare le intemperanze dei nostri pazienti?».

malcostume diffuso. Aretini non ne fa solo una questione medico-paziente: «È un malcostume diffuso, purtroppo. La mia denuncia vuole essere un appello alla società, affinché le persone si rendano conto che non si può andare avanti in questo modo. Dobbiamo riappropriarci della buona educazione, del giusto modo di approcciarci al prossimo. Di fronte al medico, certo, ma anche alla guida. Pensiamo ai nostri figli, a ciò che è accaduto in spiaggia a Jesolo solo pochi giorni fa. È nostro compito dare l’esempio».

Aretini però dice anche che è ora di smetterla di subire, come medici: «Qualche mese fa ho denunciato apertamente che la categoria di cui faccio parte è spesso vessata dai pazienti. Ora dalle parole siamo passati ai fatti. Non sono ripicche, si tratta di ricostruire in qualche modo l’alleanza terapeutica che è alla base del rapporto tra medico e paziente. C’è bisogno anche da parte nostra di dare un segnale. Ammettiamo gli errori, certo, ma non possiamo diventare vittime di pazienti incontenibili». 
 

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