I rangers bacchettano i Comuni «Penalizzate la nostra attività»

SERNAGLIA
«Sono orgoglioso dell’operato dei volontari», dice Fausto Sartor, presidente dell’associazione “Volontari d’Europa” di Sernaglia della Battaglia, che si occupa del monitoraggio delle aree naturalistiche del territorio coadiuvando le autorità locali in diverse attività. Sono toni, oltre che celebrativi, alquanto polemici quelli utilizzati dal presidente dei rangers sernagliesi per sottilneare l'operato del proprio gruppo di volontari.
«ZERO CONTRIBUTI PUBBLICI»
«Da anni non riceviamo contributi - continua Sartor, inviando un messaggio alle amministrazioni locali e agli enti sovraordinati- siamo in credito con privati e Pro Loco e alcune pubbliche amministrazioni cercano di ostacolare il nostro operato, favorendo inconsapevolmente altre. Riceviamo solamente qualche aiuto dai privati che richiedono i nostri servizi per la fiducia che ripongono in noi. Eppure siamo sempre presenti e attivi nel territorio: in questo periodo di blocco e di contumacia, ad esempio, abbiamo dato disponibilità ad affiancare le autorità di pubblica sicurezza con i rangers - guardie zoofile; a prestare servizio presso l’ospedale di Valdobbiadene, teso le mani per la distribuzione delle mascherine, sempre a stretto contatto con il Coordinamento Zona 3 della Protezione Civile della Provincia di Treviso. Inoltre, un paio di settimane fa - aggiunge Sartor - siamo intervenuti per primi nei luoghi di un principio di incendio avvenuto nella zona golenale del Piave, a Passo Barche a Falzè di Piave, segnalato rifiuti abbandonati e numerosi spostamenti ingiustificati all'interno di comuni». Un impegno a 360 gradi a favore del territorio da parte dell’associazione sernagliese nata nel 2007. Negli anni, ha dato il proprio apporto diretto all'interno della Protezione Civile, prima di staccarsi ed operare in maniera del tutto autonoma.
«IMPEGNO MASSIMO»
«Posso solo essere soddisfatto dei volontari che si sono impegnati in tal senso e che verranno segnalati alle autorità di dovere. Ribadisco - ancora Sartor - il tutto senza l’aiuto di nessuno. Penso sia proprio questo che fa agitare altre associazioni. Oramai nessuno fa niente per niente e dimostrare di poter operare senza aver nulla in cambio, fa scalpore. Il nostro proposito è proprio questo - conclude il presidente dei Volontari d'Europa - essere uniti e comprendere le difficoltà proprie e altrui per un mutuo soccorso. Il Covid ha dato la possibilità di sentirci inermi e tutti uguali di fronte al contagio. Speriamo che per rispetto di coloro che hanno sacrificato la vita, questo periodo ci doni davvero qualcosa di buono: ci renda più uniti». Una lettera che chiama in causa gli enti pubblici per un maggiore riconoscimento del ruolo dell’associazione. —
RICCARDO MAZZERO
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