I profughi sono al lavoro per la sagra di Zerman

MOGLIANO. Prove tecniche di integrazione nella frazione di Zerman: i 31 migranti ospiti del bed & Breakfast Le Magnolie in via Malombra lavoreranno come volontari al fianco dell'associazione Luna d'Agosto per la prossima edizione della sagra, in programma da sabato 8 a martedì 18 agosto. Ad annunciarlo è il presidente Bruno Cillotto, che da giorni ha preso contatti con i giovani africani attualmente accolti nella struttura ricettiva moglianese: «Questa settimana lavoreranno con noi per preparare il parcheggio della sagra» spiega «hanno già iniziato, nei giorni scorsi, portando nell'area 15 metri cubi di ghiaia». Cillotto è presidente dell'associazione che promuove da anni la Sagra del Vino ed è anche presidente dell'associazione di Quartiere. «Per questa iniziativa ho avvisato il sindaco e preso contatti con la cooperativa che si occupa dell'accoglienza» spiega «Ci faremo promotori di un programma di inserimento nella vita della nostra comunità. Questi 31 ospiti daranno una mano per la sagra, fin dai lavori di preparazione. Oltre all'allestimento del parcheggio, collaboreranno alla pulizia della piazza e dopo la sagra faremo un'azione di pulizia dei fossati, fornendo loro la strumentazione necessaria, giubbe, guanti e pinze». Un'iniziativa simile era avvenuta nei mesi scorsi con i primi profughi accolti a Bonisiolo, circa una quindicina. Prove di incontro e dialogo si sono registrate anche a Campocroce, frazione al confine con Preganziol e Zero Branco, dove altri 30 migranti sono ospitati all'interno dell'ex centro per tossicodipendenti Selene: durante la locale sagra della madonna del Carmine che si è conclusa la settimana scorsa, i giovani, provenienti dall'Africa sub sahariana e dal medio oriente, hanno disputato una partita di pallone con i “locali”. Siamo a pochi chilometri di distanza dal territorio di Quinto di Treviso, teatro di scontri e tensioni che hanno tenuto banco nelle cronache nazionali per giorni. Anche qui il business dell'accoglienza è un occasione per risollevare le sorti di strutture andate in disgrazia (è il caso della Selene in liquidazione e delle Magnolie sull'orlo del fallimento). Ad essere ben diversa, in questo caso, è la strategia di accoglienza, con una dislocazione più omogenea nel territorio e nessun accentramento. Sulla volontà dei giovani immigrati a collaborare non ci sono dubbi, secondo gli organizzatori.
«Sono contenti di essere coinvolti in questi lavori» sottolinea Cillotto «è importante sfatare l'idea che non fanno niente dalla mattina alla sera e sono mantenuti dallo Stato, perciò lavorano volentieri».
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