«I miei 90 anni da esorcista e monsignore»

L’arciprete emerito della cattedrale festeggia il 2 aprile, una vita dedicata all’aiuto degli indemoniati
Di Francesca Gallo

VITTORIO VENETO. A 90 anni "sfida" ancora il demonio. Monsignor Bruno Fava, revinese, arciprete emerito della Cattedrale dove è stato per 26 anni, è l'unico esorcista della diocesi. Festeggerà il compleanno martedì 2 aprile con i parenti a Revine Lago. Incurante degli anni, nella sua casa di Ceneda continua ad accogliere persone in difficoltà con il maligno.

Monsignore, come ha iniziato a fare l'esorcista?

«È stato l'allora vescovo Eugenio Ravignani a darmi l'incarico. Eravamo in cinque in quel momento, quattro religiosi di Motta di Livenza e Vittorio Veneto che però sono stati poi trasferiti. E così sono rimasto da solo».

Chi si rivolge a lei?

«Sono soprattutto persone depresse e in crisi, che non trovano risposte dalla medicina. In una decina d'anni sono state almeno un centinaio. Di queste solo quattro avevano davvero bisogno di un esorcismo. Parlando con loro, mi ero accorto che la loro depressione non dipendeva dalla malattia ma da un intervento diretto del demonio».

E come è andata a finire?

«Tre donne sono state liberate. Un 35 enne invece è ancora posseduto. Viene da me tre volte la settimana perché non vede l'ora di guarire. Viene disturbato dal diavolo persino durante il lavoro. Si è rivolto a molti medici ma tutti gli hanno detto che non sapevano cosa fare e così è arrivato qui. Tra poco (ieri pomeriggio, ndr) sarà da me per una seduta».

Come si svolge l'incontro?

«Lo ricevo qui nel mio studio, ci sediamo uno di fronte all'altro e insieme recitiamo preghiere, sempre in latino».

Come sono gli indemoniati?

«Durante la seduta non riescono a stare fermi, gridano, si agitano, sembrano pazzi».

Non ha paura?

«Nessuna delle persone che ho seguito ha mai fatto gesti contro di me. Vengono volentieri perché sentono il bisogno di liberarsi dal male che è in loro. E piano piano la loro espressione cambia, si calmano».

Chi sono le vittime del diavolo?

«Alcuni sono colpevoli per la vita che conducono, ma moltissimi non hanno colpe. È il demonio che sceglie chi disturbare. Queste persone stanno male davvero. I medici le provano tutte secondo la loro scienza, ma di fronte a certi fatti alzano le mani. Allora il compito della Chiesa è aiutare, restituendo speranza alla gente, liberandola dal male».

Monsignore, continua a celebrare messa?

«Ogni domenica alle 8, dalle Suore di Maria Bambina, e anche in altre occasioni».

Sempre appassionato di ciclismo?

«Certo. Tutti i giorni leggo la Gazzetta dello sport. Seguirò l'arrivo del Giro d'Italia a Vittorio Veneto e continuo a organizzare il Circuito dell'Assunta a Ceneda».

Qual è il segreto di tanta vitalità?

«È Dio che mi ha assistito con la salute. Per fortuna non ho malattie».

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