Ha ucciso il nomade rapinatore «Ora Stacchio dovrà risarcire»

«Stacchio deve risarcire la famiglia del rapinatore ucciso? Se saranno accertate le sue responsabilità, è logico pensare a un risarcimento. Se Stacchio fosse rimasto fermo, nessuno rischiava la vita: i rapinatori erano già in fuga». Lo sostiene Francesco Murgia, avvocato della famiglia di Albano Cassol, il nomade ucciso a Ponte di Nanto dal benzinaio Graziano Stacchio durante una rapina il 3 febbraio. E potrebbe scattare una querela per diffamazione nei confronti di Daniela Santanché, che ha definito «bastardi» i Cassol.

Murgia è intervenuto mercoledì sera al telefono alla trasmissione radiofonica “La zanzara” di Radio24. «Cassol è morto dopo essere stato colpito alla gamba da una sola pallottola che gli ha portato via una massa importante di gamba», dice Murgia. Ma ha sbagliato a intervenire, il benzinaio? «In quel momento i rapinatori stavano cercando di andarsene: uno era rimasto chiuso nella bussola, è scattato l’allarme e i suoi complici hanno tentato di farlo fuggire».
Quindi se non fosse intervenuto il benzinaio non sarebbe morto nessuno? «Questo è possibile, sì», ha detto l’avvocato Murgia.

Una vicenda che fa molto discutere e rilancia drammaticamente il tema della sicurezza e dei confini della legittima difesa. «In Italia non ci si fa giustizia da soli», sottolinea l’avvocato Murgia, «È civile verificare se l’uso dell’arma è legittimo. Anche la polizia deve rispondere dell’uso delle armi, figuriamoci un civile che possiede un’arma molto potente». Ma anche Cassol aveva un’arma in pugno, incalzano i conduttori: «Dalla mia esperienza l’uso delle armi, in questi casi, è finalizzato alla dissuasione: non avrebbe usato la pistola. Questo lo dico per mia esperienza». Infine, la domanda: Stacchio dovrebbe chiedere scusa alla vedova di Cassol? «Se ne sentirà l’esigenza, tutti gliene saranno grati», risponde Murgia.
I funerali di Cassol saranno celebrati oggi alle 15 nella chiesa di Santa Fosca di Altivole. Tutta la sua famiglia vive in un campo nomadi alla periferia del paese, lui subito dopo il matrimonio aveva deciso di trasferirsi nel paese della moglie a Fontanelle in provincia di Vicenza.
Ieri, intanto, è emersa una novità: Cassol sarebbe stato visto da due testimoni un paio di giorni prima della rapina che poi gli è costata la vita nel paese vicentino. Probabilmente era lì per un sopralluogo. Un uomo avrebbe detto di aver riconosciuto Cassol, assieme a due donne e due bambini, passeggiare domenica primo febbraio vicino la chiesa. Questo farebbe emergere l’ipotesi, ancora da verificare, che il quarantunenne fosse l’organizzatore del colpo. L’uomo che afferma di averlo visto ne ha indicato gli spostamenti che potrebbero permettere di recuperare le immagini da telecamere di sorveglianza.
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