Grancasa chiude e licenzia 24 dipendenti

Il parco commerciale perde un altro pezzo. La rabbia dei sindacati: «Quell’area è stata lasciata morire»

VILLORBA. Prima la fusione con Granbrico, poi la riduzione del personale. Ora la chiusura definitiva. Grancasa abbandona il parco commerciale di Villorba, e lascia a casa 24 lavoratori. I venti di crisi soffiavano da tempo sull'azienda di articoli per la casa e il bricolage, ma pochi giorni fa ai lavoratori è stata data la comunicazione più dura: si chiude. Con l'addio di Grancasa, il parco commerciale perde una delle ultime attività ancora aperte.

I lavoratori dopo essersi riuniti in assemblea, con la collaborazione del sindacati Adl Cobas, hanno proclamato lo stato di agitazione, e avanzato alcune richieste all'azienda. La prima è di evitare la chiusura, o comunque di trovare soluzioni alternative, come una ricollocazione nelle altre società del gruppo Gmr. I Cobas guardano in particolare alla Tognana, da cui provengono molti dei lavoratori fino ad ora impiegati nel megastore di Villorba. I lavoratori chiedono aiuto anche al Comune di Villorba, responsabile di «una vergognosa gestione delle aree commerciali», affinchè si attivi con la proprietà per favorire il trasferimento dell'attività in altre aree del territorio. Una su tutte, quella a Castrette dove si è trasferito lo stesso Panorama; che con il suo addio ha di fatto sancito la morte del parco commerciale, già da tempo in difficoltà.

Al Parco commerciale di via Pacinotti il tracollo è iniziato nel 2009 con il fallimento di Treviso 81, la società che aveva creato e gestito il parco, e di Pontebbanauno, che ne introitava gli affitti. Ne è scaturito un domino, che ha trascinato quasi tutti. Il primo a mollare è stato Trony, poi Granbrico e Grancasa si sono uniti sotto lo stesso capannone, lasciandone vuoto uno altrettanto grande esattamente di fronte. E poi Panorama, che ha chiuso per spostarsi poche centinaia di metri più in là a Castrette, dove c'era un centro commerciale a sua volta lasciato vuoto. Lo aveva costruito l'Unicomm, ma non ci aveva lavorato nemmeno un giorno. Spazio per entrambi probabilmente non c'è mai stato. Eppure le autorizzazioni urbanistiche e le licenze, nell'epoca in cui garantivano bilanci gonfi alle amministrazioni, erano arrivate. Al parco commerciale ora restano solo la catena del Made in China Ina Market, Vista Expert, Pittarello e Piazza Affari. Ma per quanto ancora?

A lavoratori e forze sociali resta una debole speranza: «Ci auguriamo che la società torni sui propri passi, ci sono 45 giorni di tempo per confermare la chiusura e martedì avremo un incontro decisivo», spiega Sergio Zulian, Ads Cobas, «purtroppo in quell’area l’amministrazione ha fatto terra bruciata. Per ora i dipendenti lavorano a tempo pieno, valuteremo eventuali azioni dopo l’incontro di martedì. Se davvero sarà chiusura, allora la proprietà dovrà fare in modo di riassorbire i dipendenti nelle altre realtà del gruppo».

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