Goldin contro il Comune di Treviso: ricorre al Tar e blocca i lavori davanti alla sua villa

Il ricorso al Tar del critico d’arte ferma il cantiere vicino alla sua villa in via Ghirlanda «Viola i vincoli di tutela, e Ca’ Sugana approva». La replica: «Tutto in regola»

TREVISO. L’ordinanza del Tar del Veneto è arrivata nel cantiere di via Ghirlanda giovedì mattina ordinando lo stop a tutti i lavori avviati ormai da un mese. A chiedere e ottenere il fermo di operai e mezzi è stato il critico d’arte Marco Goldin, proprietario di Palazzo dei Forestieri (o Villa Braida), l’antica villa che sorge proprio a due passi dall’area di cantiere, dietro il parco di Villa Margherita.

Il residence. Il progetto edilizio è stato approvato nel 2015 dall’amministrazione comunale sulla scorta di quanto stabilito dal Prg che proprio lì, dietro Villa Margherita, tra via Ghirlanda e via Sant’Artemio, nel lontano 2001 aveva suddiviso l’area in tre lottizzazioni diverse. A proporre il piano l’immobiliare S.Pio X, alias Alcide Setten, su progetto delle studio Arka: 5.400 metri cubi di residenziale divisi idealmente in sei palazzine per un totale di 10 appartamenti, più 3.400 metri quadrati di parcheggio alberato e la piantumazione in tutto il lotto di oltre 100 piante. Il piano, per quanto verde, fece subito rumore, soprattutto per la vicinanza a Villa Margherita, ma l’amministrazione replicò: tutto in regola. Chi non ci stette fu Marco Goldin, il “vicino di casa” del cantiere.

Il primo ricorso. La battaglia legale venne innescata subito, con un primo ricorso al Tar con cui Goldin contestò le autorizzazioni facendo tirare il freno a mano all’iter di avvio del cantiere fino alla decadenza del permesso a costruire rilasciato nel frattempo dal Comune. Ma Setten, forte di autorizzazioni, delibere e pareri non ha mollato il colpo e in aprile ha ottenuto un nuovo permesso a costruire cui ha dato seguito avviando il cantiere ai primi di settembre.

Lo stop ai lavori: «fuorilegge». Goldin, vedendo ruspe e operai dalla finestra della sua villa, s’è infuriato ed ha nuovamente chiamato in causa Comune e Setten davanti al Tar ottenendo l’immediato stop al cantiere notificato due giorni fa. «È un intervento illegittimo, incompatibile con il vincolo paesaggistico che grava sull’area e privo delle dovute autorizzazioni da parte della Soprintendenza» attacca il critico per mano dell’avvocato Vittorio Domenichelli che punta il dito contro i progettisti, la committenza, ma anche il Comune reo di «aver consapevolmente reiterato» il via libera all’edificazione cui Goldin si era già opposto. Comune che, di fatto, avrebbe omesso di registrare vincoli nel vecchio Prg, e avrebbe ignorato la necessità di farli valere negli anni a venire fino ad oggi. Accusa che chiama in causa direttamente gli uffici, compresi quelli della Soprintendenza e della Regione.

la battaglia legale. Ad opporsi alle conclusione e alle accuse di Goldin sia il Comune, con l’avvocatura civica, che Setten, che si è affidato ad un altro pezzo da novanta del foro di Treviso come l’avvocato Bruno Barel cui ha affidato l’onere di rimettere in moto il cantiere e far valere le autorizzazioni che sono state date a suo tempo sia dalla Regione, che dalla Soprintendenza, che nel 2012 non aveva riscontrato profili di illegittimità nell’opera. «Abbiamo tutte le carte in regola» dicono i responsabili. 

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