Gli urla «negro di m...», scatta lo sciopero

PONZANO. Dopo la raffica di insulti, ci ha messo pure l’offesa razzista: «Negro di m...». Solo che non si aspettava che dall’altra parte scattasse un’indignazione collettiva, con tutti i facchini a incrociare le braccia per solidarietà nei confronti del collega offeso e umiliato. È successo giovedì scorso nel magazzino Gls di Ponzano, dove il responsabile della New Master Courier, la cooperativa a cui l’azienda di spedizioni ha affidato il facchinaggio, ha dato in escandescenza. Ha cominciato a insultare pesantemente un lavoratore di colore, e non contento dell’umiliazione già inflitta con le offese, gli ha urlato «negro di m...». Almeno dieci lavoratori però hanno assistito alla scena e hanno deciso di sospendere il lavoro. Si sono riuniti in assemblea con i delegati del sindacato Adl Cobas e hanno proclamato lo sciopero immediato in quanto «la discriminazione razziale, oltre agli insulti e alle umiliazioni, non può essere in alcun modo tollerata». I dieci facchini hanno abbandonato il magazzino, lasciando il capo da solo a caricare e scaricare gli scatoloni nel magazzino della Gls. I lavoratori, dopo una mediazione, hanno ripreso il loro posto. La New Master Courier ha inviato una lettera di contestazione disciplinare al responsabile, e si è scusata con i lavoratori. Ma per il responsabile della New Master Courier le conseguenze potrebbero non essere finite qui.
Il sindacato Adl Cobas infatti ha annunciato che lo denuncerà e ha già chiesto all’azienda di allontanarlo. Ieri il responsabile era al suo posto nel magazzino, ma certo il clima reso incandescente dalla spontanea solidarietà dei colleghi al lavoratore offeso, potrebbe portare a un suo trasferimento.
«In un mondo in cui i razzisti sono al governo, in cui si tenta di contrapporre i poveri e i lavoratori ad altri poveri e lavoratori, riteniamo questo un episodio di grande dignità e valore», dice Sergio Zulian del sindacato Adl Cobas. «Tutti i colleghi, a prescindere dalla loro nazionalità o dal colore della pelle, hanno scioperato per difendere un collega da un razzista. Come Adl Cobas, insieme ai lavoratori, siamo sempre stati protagonisti nelle battaglie per il miglioramento delle condizioni economiche ma soprattutto della dignità dei lavoratori, sperimentando che chi sfrutta, chi specula, chi non ci rispetta, non sono certo i più poveri di noi, ma quelli che stanno sopra, e magari sventolano bandierine nazionali». —
Federico Cipolla
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