Giurisprudenza, il tracollo: iscritti quasi dimezzati I DATI

TREVISO. La regola vorrebbe che le tesine di giurisprudenza fossero rilegate in blu e quelle di economia in giallo. E per questo, nel tempo, le copisterie di S.Leonardo e dintorni hanno fatto incetta di stoffe dei due colori per rilegare le tesi di laurea degli studenti dei corsi trevigiani di Padova e Venezia. Poi qualcosa è cambiato: il blu-Bo si è venduto meno. Sono venute meno le lauree.
La sfida tra gli atenei. Dal 2010 al 2015 la sede staccata dell’università di Padova a Treviso (ma guai a chiamarla così....) ha perso quasi la metà degli iscritti: ce n’erano 1449 nel 2010, ce ne sono stati 837 l’anno accademico scorso. Il dato 2016? «Ancora in elaborazione» fanno sapere dal centro statistico dell’ateneo patavino, ma non pare sia in controtendenza. Ad esserlo sono invece i dati delle iscrizioni ai corsi di ambito economico e intenazionale di Ca’Foscari che a Treviso sembra aver trovato la piazza giusta: gli iscritti nel 2010erano 1127, sono diventati 1428 nel 2015 con una variazione minima nel 2016 (1407).
Il crollo di giurisprudenza. L’accordo con Fondazione e la successiva programmazione accademica dell’università di Padova hanno portato anche in città, nel palazzo fronte Sile, quattro corsi del Bo: giurisprudenza, scienze giuridiche, la laurea specialistica in giurisprudenza e la laurea magistrale in giurisprudenza (5 anni). I corsi sono partiti a spron battuto, pur criticati da molti che vedevano nella sede Trevigiana niente più che una succursale di Treviso «fatta più per tenere vicini di figli, che per offrire qualcosa di nuovo». Ma la corsa ha iniziato presto a frenare. Abbiamo preso in considerazione gli ultimi cinque anni, andassimo a ritroso il confronto sarebbe ancor più impietoso.
Ma veniamo ai numeri. Si è detto 1449 iscritti in quattro corsi nel 2010: ce n’erano 25 nel corso di laurea in giurisprudenza, 118 a scienze giuridiche, 228 alla laurea specialistica e 1078 alla quinquennale. L’anno dopo, 2011, le prime avvisaglie con il calo degli iscritti a scienze giuridiche (dimezzati) e alla specialistica che perde un quarto circa dei corsisti. Cresce la quinquennale ma il numero complessivo di iscritti flette a 1362 studenti. Nel 2012 la crisi diventa evidente. Gli iscritti non raggiungono quota 1100, anche la quinquennale ha iniziato a calare passando dai 1111 iscritti a 1002. Seguono tre anni in picchiata. Nessuno dei quattro corsi di giurisprudenza riesce a crescere nè a mantenere standard. Nel 2013 i corsi trevigiani del Bo scendono sotto quota 1000; nel 2014 gli iscritti sono 867, l’anno dopo 837. Eppure gli spazi sono rimasti gli stessi. La prestigiosa – e costosa – sede universitaria pure. Peccato che alcune aule (studio, computer, biblioteca) non venissero più usate.
L’economia che tira ancora. Sull’altra sponda del Sile le cosa vanno assai meglio. Partita in sordina, e seguita dalle stesse critiche di “succursale” mosse a Padova, la sede trevigiana dei corsi economici di Ca’Foscari è cresciuta, forse più per l’impronta internazionale data ai corsi (tanto da importare anche il “lancio del tocco” a fine corso) che per la «vicinanza a casa» delle aule. A costituire la spina dorsale del Campus di Ca’ Foscari era ed è il corso in “commercio estero”: 510 iscritti nel 2010, 957 nell’anno accademico 2016/2017 dopo aver toccato quota 1014 iscritti nel 2014. A seguire il corso di sviluppo economico e dell’impresa che nel 2010 non c’era e oggi è arrivato a toccare 161 iscritti. A questi due percorsi il merito di reggere la crescita di Ca’Foscari che in altri ambiti non dà gli stessi risultati. Se è stabile – dopo aver toccato quota 277 studenti – il corso di mediazione linguistica e culturale (205 iscritti nel 2010, 198 oggi), hanno perso iscritti e sono stati riconsiderati i corsi di statistica ed economia degli scambi internazionali. Cala con questi anche il seguito del corso di interpretariato e traduzione editoriale, passato da 147 studenti nel 2010 a 84 studenti oggi, ma il numero totale degli iscritti cafoscarini sale raggiungendo il livello toccato sei anni fa dai patavini trevigiani.
L’università di Treviso cala. I pesi all’interno dell’università trevigiana si sono invertiti, ma il buon appeal dei corsi veneziani non basta a tenere positivo il bilancio dell’“università trevigiana”. Il totale degli iscritti a Treviso – fatto tenendo sempre conto dei dati riferiti al 2015 perchè manca il dato di Padova del 2016) – è in calo. Nel 2010 c’erano 2576 studenti, nel 2015 si sono iscritti 2267.
Federico de Wolanski
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