Gianpaolo consacrato eremita di città

Eremita di città. Il trevigiano Gianpaolo Tormena, nato a Cornuda 69 anni fa, verrà consacrato domani a Padova dal vescovo Mattiazzo. E’ il primo non presbitero tra i maschi a scegliere questa clausura urbana particolare, che hanno già abbracciato altre sei persone toccate dalla fede. La svolta per Gianpaolo avverrà domattina alle 8.30 , nella chiesa del Corpus Domini in via Santa Lucia. Laureato in giurisprudenza, dopo una vita spesa al servizio della scuola e della comunità cristiana (con l’impegno liturgico, l’amministrazione della comunione agli ammalati, l’adorazione eucaristica e la visita con la preghiera alla casa di riposo) entra nel novero degli eremiti di città, con la professione semplice di vita eremitica nelle mani del vescovo di Padova Antonio Mattiazzo. Da domani sarà fra’ Giampaolo Maria dell’Addolorata.
Risiederà nella Marca a San Vito di Valdobbiadene, diocesi di Padova, in un appartamento che diventerà il suo eremo. La sua giornata è cadenzata da un orario rigoroso: sveglia alle 5.50, pulizia personale, lectio, mattutino; alle 7 colazione e alle 8.30 lodi ed eucaristia. Dalle 9.30 alle 11.15 lo studio teologico: Tormena, dopo aver conseguito il baccalaureato in teologia, ha concluso anche gli esami del biennio di licenza in teologia pastorale e sta preparando la tesi che avrà come tema il commento e la lettura spirituale del brano di Giovanni 20, 1-10, su cui già si è soffermato per la tesi di baccellierato.
Dalle 11.15 alle 12 lavoro manuale e a mezzogiorno ora media e Angelus: il pranzo, riordino e la distensione. Dalle 15 preghiera, meditazione e in alcuni giorni adorazione eucaristica. Dalle 15.30 ulteriore studio teologico, lavoro e dalle 17 rosario, vespri, lettura spirituale; cena alle 19.45. Prima del silenzio notturno e del riposo il tempo per l’esame di coscienza, la preghiera di compieta e la lettura del Vangelo.
Una giornata tipica della vita eremitica, dedicata alla preghiera e alla meditazione e non mancheranno giorni di digiuno. «La mia vita – confida Tormena – vuole essere un richiamo a qualsiasi altro uomo creato da Dio e chiamato come tale a stare con Dio. Scegliendo solo Dio si vuole invitare la Chiesa e il mondo a riflettere sul fatto che la vita ha come primo senso lo stare con Dio. Come eremita sono chiamato a pregare per gli altri e attraverso la preghiera lodare Dio. C’è poi un impegno particolare degli eremiti di città di una preghiera per il vescovo e per la diocesi di Padova».
La professione eremitica arriva dopo una vita spesa nell’insegnamento di diritto ed economia e una robusta formazione cattolica che l’ha visto frequentare le scuole medie al collegio Pio X e quindi il liceo classico dai padri Cavanis a Possagno. Nel 1976 la laurea in giurisprudenza a Padova, seguita da una licenza in diritto canonico alla Lateranense (’98). Nel 2007 consegue il baccalaureato alla Facoltà Teologica del Triveneto, ora sta concludendo la Licenza in teologia spirituale. Gli studi teologici sono stati un forte stimolo ad individuare una vocazione già espressa nel servizio alla comunità cristiana. Dal 2010 comincia il postulantato e quindi il noviziato sotto la guida di padre Domenico Maria Fabbian. A prevedere la vita eremitica anche al di fuori degli istituti di vita consacrata è il nuovo Codice di diritto canonico del 1983, »Questi eremiti alla ricerca di Dio, dell’Assoluto, sono presenze preziose nel cuore della città e della Chiesa locale - ha detto il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo – di questo dobbiamo essere loro grati. Nel loro silenzio e nella loro ricerca di assoluto si inseriscono ancora di più nella vita profonda dell’umanità».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso