Geox, patto con Nike e Adidas nel nome della sostenibilità

treviso. L’hanno chiamato “Fashion Pact” ed è stato sottoscritto da oltre cinquanta aziende nel mondo fra cui veri e proprio colossi come Nike e Adidas. La spinta è arrivata, la scorsa estate, dal presidente francese Emmanuel Macron e la parola-chiave coincide con sostenibilità. Un consorzio che registra, da qualche giorno, l’adesione della montebellunese Geox, il cui patron Mario Moretti Polegato ha trovato subito l’opportunità per una fattiva collaborazione: il recente lancio sul mercato della versione green della linea “Nebula”, modello di scarpa realizzato con materiale riciclato proveniente da bottiglie di plastica.
il patto
L’ingresso di Geox , azienda con sede a Biadene di Montebelluna, nel “patto della moda” – oltre a Macron, promotore dell’iniziativa è stato François-Henri Pinault, numero uno di Kering – prende forma nei giorni del World Economic Forum di Davos, dove si è discusso di ambiente e sostenibilità, contrapponendo i pensieri di Donald Trump e della giovanissima paladina Greta Thunberg. «Lo slogan di Davos è che abbiamo ancora 10 anni di tempo per provare a migliorare il mondo (si riferisce all’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ndr)», osserva Moretti Polegato, rientrando dalla Svizzera, «Porto a casa l’insegnamento che le nostre economie non possono assolutamente prescindere da modelli sostenibili. Avevo la sensazione che l’immagine di Greta fosse un po’ sbiadita. Ma i mutamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. E al Forum ho percepito quanto importante sia il suo monito, quanto prezioso sia stato il suo contributo nell’indirizzarci verso processi di sostenibilità».
il consorzio
Che Geox ha già sposato con “Nebula”, una sorta di manifesto dell’economia circolare. «Siamo nel consorzio insieme ad Armani e Prada, Nike e Adidas», rimarca, «Abbiamo tutte l’obbligo di inserire strategie sostenibili, realizzando prodotti che tengano conto dei temi dell’ambiente e del riciclo». E, in tal senso, da Davos è partita un’altra sfida: «Adeguare i prodotti, senza che questo possa aumentare i costi. La maggior parte delle aziende, in Italia, sono piccole e medie. E, per non compromettere bilanci e qualità, occorrerebbe che le stesse potessero contare su aiuti. Penso a incentivi dallo Stato e dall’Unione Europea, ma soprattutto al ruolo crescente che potrebbero avere le società di consulenza sull’impatto ambientale. Serve qualcuno che spieghi come muoversi e applicare le nuove tecnologie, non intaccando l’equilibrio finanziario». La vocazione ecocompatibile di Geox non è una novità. Basti pensare anche alla scelta di sponsorizzare la Formula E, ossia il campionato dei bolidi elettrici. Ora il “Fashion Pact” alza ulteriormente l’asticella, con i messaggi lanciati dal Forum di Davos che diventeranno bussola dell’azienda: «Il comportamento umano ha causato i mutamenti climatici, non abbiamo più tempo da perdere», conclude Moretti Polegato. —
Mattia Toffoletto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso