Gay Pride, sabato attese tremila persone a Treviso

Il percorso, rispetto al 2016, stavolta toccherà il cuore del centro storico. Conte: «Dovete evitare i luoghi religiosi» 

TREVISO. Nel 2016, per il primo Treviso Pride, il centro città venne solo lambito. Quest’anno, invece, toccherà anche il cuore di Treviso, il suo salotto buono: piazza dei Signori. Nonostante il «no» al patrocinio da parte di Ca’ Sugana, infatti, gli organizzatori del coordinamento Lgbt trevigiano in accordo con le autorità hanno definito il percorso che, il 29 giugno, interesserà il capoluogo della Marca per il Pride 2019.

Il tutto a cinquant’anni esatti dai moti di Stonewall, scontri che negli Stati Uniti diedero vita alle prime rivendicazioni omosessuali. Niente patrocinio, si diceva, ma la concertazione con il Comune c’è stata. E, dicono gli organizzatori, «speriamo continui».

A Treviso, sabato, sono attese oltre 3 mila persone. Circa 5 mila in meno rispetto al 2016, quando il Pride aveva radunato tutti gli attivisti del Triveneto. Treviso, tuttavia, chiuderà i pride del Veneto. «Le conquiste non sono finite, è per questo che scendiamo ancora in piazza: è fondamentale restare aderenti alla città» hanno spiegato ieri Francesca Tacca e Antonio Monda, tra gli organizzatori del pride, «Il no al patrocinio? Crediamo non significhi chiudere il dialogo positivo già avviato anche con questa ammininistrazione. Fino ad ora ci siamo confrontati in maniera rispettosa e propositiva: è chiaro che un patrocinio lo avremmo auspicato, vedendolo come segno formale e soprattutto pubblico. Avrebbe dato un ulteriore segno di speranza, per rappresentare che anche l’amministrazione comunale ha un reale pensiero progressista verso la comunità Lgbt».

Il percorso del pride di quest'anno, studiato con il comando della polizia locale e la questura, partirà alle 15 da via Roma, con l’ammassamento alla palla di ferro di Benetton. Quindi il via attraverso ponte San Martino, piazza dei Signori - non ci saranno soste, assicurano comune ed organizzatori - Calmaggiore, via Canova, Borgo Cavour, porta Caccianiga per chiudere ai Bastioni San Marco.

Qui, ad accogliere chi ha sfilato e tutti i trevigiani che vorranno intervenire, il via alla festa (fino alle 23.30) con musica, dj set e il concerto dei Los Massadores. Se ci sarà un passaggio in piazza dei Signori, quest’anno, si passerà anche vicini al vescovado e al Duomo. «La nostra priorità era essere in centro città», spiegano gli organizzatori, «non abbiamo avanzato alcuna richiesta specifica per i luoghi religiosi. Le recenti aperture del mondo cattolico? Il nostro corteo è aperto a tutti, accoglieremo a braccia aperta chiunque vorrà esserci e sposerà i nostri messaggi contro i pregiudizi. Accogliamo con positività il fatto che la chiesa non abbia una voce univoca: è un segnale positivo».

Ad entrare sulla questione del percorso è tuttavia il primo cittadino di Treviso, che nelle scorse ore aveva spiegato il proprio diniego al patrocinio al Pride: «Non ho messo alcuna preclusione al percorso ma avevo chiesto, in coscienza, di evitare luoghi sensibili come quelli religiosi» dice Conte, «Così è stato. Sabato sarò fuori città, ma il rispetto per le sensibilità di tutti resta». 

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