Gas radon oltre i limiti scoperto in asilo

L’Arpav ha fatto chiudere le stanze del seminterrato, la direzione scolastica: «Già attivati per i lavori di bonifica»
AGOSTINI AG. FOTOFILM TREVISO SCUOLE DELL'INFANZIA, IN FOTO BAMBIN GESU' A MONIGO
AGOSTINI AG. FOTOFILM TREVISO SCUOLE DELL'INFANZIA, IN FOTO BAMBIN GESU' A MONIGO

All’interno di alcuni ambienti della scuola materna Gesù bambino di Monigo, in via Sant’Elena Imperatrice, sono stati riscontrati livelli di gas radon oltre i livelli di attenzione stabiliti dal ministero della salute. A rilevarlo Arpav al termine di una lunga campagna di indagine che ha preso in esame tutti i plessi scolastici del Comune di Treviso e che ha decretato, in accordo con la direzione scolastica, la chiusura di alcuni ambienti all’interno dell’istituto. Le serrature sono scattate già mesi fa, in attesa degli ulteriori approfondimenti sul caso ma soprattutto dei lavori di bonifica che devono scattare – per norma – entro tre anni, e che l’istituto sta già attivando.

«Siamo stati allertati immediatamente da Arpav», spiegano dalla direzione della materna, «e abbiamo preso subito i dovuti provvedimenti vietando l’ingresso nelle stanze oggetto della segnalazione sia al personale, sia ovviamente ad ospiti e soprattutto bambini». Secondo l’istituto, gli ambienti dove è stato rilevato il gas oltre la soglia limite sono quelli nell’interrato, per loro stessa natura più fragili e facili all’attacco del gas che è per sua natura molto pesante.

Il radon è pericoloso se inalato, soprattutto per lunghi periodi, può causare tumori ai polmini e altri mali. Ma purtroppo la prevenzione e la segnalazione delle problematiche non ha, in Europa, identico trattamento. In Italia, così come in altri Paesi, le scuole sono equiparate ad ambienti di lavoro, e il limite oltre il quale scattano gli accertamenti è stato fissato in 400 becquerel (Bq, unità di misura del Radon) per metro quadrato (altri Stati hanno soglie più basse). Alla Gesù bambino ne sono stati rilevati oltre 500, attivando così il piano di bonifica previsto dalla normativa in materia. «Stiamo prendendo in seria attenzione il caso», spiegano dalla Gesù Bambino, «e provvederemo quanto prima ad intervenire. Abbiamo chiamato una ditta per effettuare nuovi campionamenti e valutare l’intervento di bonifica».

«Le tecniche di riduzione dei livelli di radon sono di tipo preventivo, ossia precedenti la realizzazione dell’edificio, o successivo, ossia ad edificio già esistente», spiegano i tecnici del settore, «gli interventi possono andare dall’aerazione dei vespai (se esistono) al di sotto degli edifici, al sigillare tutte le possibili vie di ingresso dalle pareti e dai pavimenti, dall’aspirazione del gas al di sotto dell’edificio». Comunque interventi onerosi.

Ma soprattutto sarà necessario capire se la presenza di radon sia stata causata da un accumulo casuale, o da una problematica stabile del terreno in cui sorge l’edificio. Lo stesso accertamento che dovranno fare all’interno di un altro istituto della città trovato positivo alla presenza del gas. Arpav ha infatti evidenziato la presenza di radon anche all’interno di alcuni ambienti della scuola materna Maria Immacolata di Santa Bona. In questo caso il livello era sopra i 400bq/mc ma sotto i 500, imponendo così non l’immediata bonifica ma la ripetizione della campagna di indagini.

La segnalazione è stata fatta anche al Comune di Treviso, che hanno inserito il caso nel rapporto ambientale 2015 e seguono l’evolversi della situazione pur non trattandosi di plessi comunali ma per l’ovvia tutela della salute pubblica. Per la città, però, la presenza di radon non è una novità. Secondo una stima fatta dai tecnici nel 2011 (ultimo dato disponibile) il 4% delle abitazioni supera il livello di attenzione fissato in 200bq/mc.

Federico de Wolanski

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