Galan: la Camera vota si all’arresto

Nel pomeriggio la Camera aveva votato si all'arresto di Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto accusato di corruzione dal giudice di Venezia Alberto Scaramuzza che indaga sullo scandalo tangenti per la realizzazione del Mose.
Favorevoli Pd, M5s, Sel, Scelta civicama anche La Lega Nord, una scelta che ha innescato un pesantissimo contraccolpo politico. Contrari Forza Italia-Popolo della libertà, Socialisti, Ncd. Il risultato del voto a scrutinio segreto è stato netto: favorevoli 393 deputati, contrari 138.
Un primo consenso alla custodia cautelare era già stato espresso dalla giunta per le autorizzazione a procedere il 10 luglio, a larga maggioranza (16 i sì, 3 i contrari).
Il voto della Camera è arrivato al termine di un lungo dibattito iniziato alle 11.30 e preceduto dalle dichiarazione di voto di tutti i rappresentanti delle forze politiche in parlamento. Il Psi ha annunciato il voto contrario, diverse le posizioni del gruppo Misto e di Per l'Italia, favorevoli. Netto anche l'intervento della Lega Nord, che ha votato a favore del provvedimento: "non c'è fumus persecutionis". Sel ha annunciato il suo voto favorevole, e così ha fatto Scelta civica (astenutasi sulla richiesta di rinvio fatta da Brunetta e Forza Italia). Contro il Nuovo Centro Destra, che ha sottolineato come si "doveva fare tesoro di quanto accaduto sul caso Genovese, arrestato dopo il sì della Camera e poi scarcerato". Annunciato il voto contrario di Popolo della Libertà e Forza Italia, "Tutti noi oggi abbiamo la responsabilità del destino di Galan" ha detto il deputato Chiarelli, considerando "l'arresto in carcere" immotivato; "sulla vicenda tanto chiacchiericcio da bar".
Il Movimento 5 stelle ha votato a favore: "Indilazionabile necessità di concedere la più ampia autorizzazione a procedere nei confronti di Galan, presidente del Veneto per tre mandati nel periodo della grande metastasi del sistema". E cita l'autobiografia di Galan (2008), in cui si parla del "rapporto vero con Berlusconi e Marcello dell'Utri", ma anche Piergiorgio Baita e la Mantonvani. "Avanti con la procedura" ha sottolineato il M5s, "e piazza pulita della banda degli appestati trasversali"
Annunciato il sì del Partito democratico, ultimo a parlare in aula prima del voto, "Le battaglie per i diritti del cittadino non si fanno nella giunta per le autorizzazioni. Nessun cedimento, nessuna resa, nessuna rinuncia, stiamo esercitando la prerogativa stando al merito, senza pregiudizi. L'ordinanza è motivata, documentata".
Prima del voto Renato Brunetta aveva chiesto il rinvio della decisione imponendo un altro voto. Contrario il M5s annuncia voto contrario all'istanza. Il Pd: "Abbiamo il dovere di rispondere alla richiesta fatta dalla magistratura, Galan si è ampiamente difeso". I socialisti e il Nuovo cendro destra invece votano a favore del rinvio. Scelta civica si astiene: "Noi a favore dell'arresto, ma il rinvio viene interpretato in un modo scorretto". Paolo Sisto (Forza Italia): "Una barbarie votare senza la presenza del diritto interessato in aula, è questione di diritto. Se siamo paese civile dobbiamo accogliere il rinvio". La proposta bocciata con 289 voti di differenza.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso








