Gaia, c’è la lente del tribunale si indaga sui fallimenti gemelli

L’ufficiale giudiziario manderà il verbale al curatore di uno dei casi precedenti Alla socia non legata ai gestori era stato negato l’accesso al bilancio, in rosso



La lente del tribunale sulla catena di fallimenti così simili tra loro, la socia che – inascoltata – aveva chiesto di poter vedere i libri contabili, l’imbarazzo politico per un nome, quello di Enrico Bolzan, legato direttamente al sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, come gestore della sua pagina Facebook istituzionale. E, sullo sfondo, la rabbia di centinaia di clienti che ora non hanno più una palestra e si chiedono se e quando rivedranno i soldi dei propri abbonamenti. Il caso Gaia Fitness è esploso e i fronti aperti ora sono diversi.

Il tribunale

Il verbale dell’ufficiale giudiziario che nei giorni scorsi ha messo i sigilli alla palestra Gaia Fitness di via Schiavonesca, sfrattando l’attività, arriverà nelle prossime ore sul tavolo del curatore fallimentare che segue la procedura della Gaia Fitness Center di Treviso, dichiarata fallita il 22 novembre del 2017. Stesso marchio, stessi nomi e strette parentele nell’assetto societario: il curatore e il giudice delegato vogliono vederci chiaro dietro i tanti intrecci e similitudini con altri due fallimenti.

Gli stessi nomi

Oltre a quello di Treviso del 2017, infatti, c’è un altro fallimento decretato il 4 aprile 2016 a carico della Gaia Fitness Center, società che gestiva la palestra al Bhr Hotel di Quinto. Due business, entrambi andati a rotoli, strettamente legati alla vicenda attuale: la palestra di Caonada fa capo a una società, la Ardita Srl, posseduta da tre donne: Maria Psepolschi (21%) e, con una quota del 39, 5% ciascuna, Marika Cervi e Zelinda Favero. Marika Cervi è moglie di Giuseppe Zito, che era l’amministratore unico della Gaia fallita a Quinto. Zelinda Favero, invece, è la madre dell’ex consigliere leghista Enrico Bolzan, che si definisce «collaboratore a partita Iva» dell’attuale palestra di Caonada, ma che partecipava al consiglio direttivo di Ardita con la delega proprio di Marika Cervi. Tutto confermato dalle visure degli assetti societari, ma gli stessi protagonisti non hanno fatto segreto della continuità del marchio Gaia: a maggio 2013, annunciata l’imminente apertura a Caonada, un potenziale cliente chiede sul profilo Facebook della Gaia Fitness «siete gli stessi del Bhr? Avete aperto anche a Montebelluna?». Risposta dell’amministratore: «Sì, ovviamente, apriamo a settembre e ti aspettiamo tra noi».

La socia

Il caso covava da mesi. Il 20 giugno 2018 c’è una riunione del consiglio direttivo di Ardita. È in quella sede che la socia di Marika Cervi e Zelinda Favero, ovvero Maria Psepolschi, «osserva – si legge a verbale – che ha richiesto più volte all’amministratore, anche con doppia raccomandata inviata dal suo avvocato, che le fossero messi a disposizione i libri sociali, una situazione economica patrimoniale dettagliata e gli estratti conti dell’apertura della società. L’amministratore non ha mai dato riscontro alle richieste». Inoltre, la socia lamenta «di non aver potuto esaminare il bilancio», chiuso in ritardo rispetto ai termini di legge. E con oltre novemila euro di passivo. —



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