Fusione fra Aeep e Cps Nasce il colosso di case e manutenzioni

CASTELFRANCO
Aeep e Cps, le due aziende partecipate al 100 % del Comune, si fondono insieme: il processo iniziato cinque anni fa è ora alle battute finali, grazie al risanamento di Aeep che ha portato il debito da 15 a 3,5 milioni di euro in soli cinque anni. Fondamentale la vendita del complesso delle Clarisse (che da solo vale 5 milioni) ma anche l’ottimizzazione delle risorse.
L’annuncio della fusione è stato dato ieri dal sindaco Stefano Marcon, insieme al presidente di Aeep Leopoldo Passazi e al direttore Massimo Melato. Cps (Castelfranco Patrimonio Servizi)– che si occupa di manutenzioni ma gestisce anche i cimiteri e la piscina di Castelfranco – sarà assorbita da Aeep, che gestisce 600 immobili, di cui 500 appartamenti Erp, ovvero alloggi popolari. «In questo modo», ha dichiarato Marcon, «in una logica di efficientamento e servizio al cittadino, abbiamo di fatto costituito un unico soggetto in grado, per esempio, di assolvere al proprio interno a tutti quei servizi manutentivi per l’edilizia popolare, e avremo modo di ottimizzare il lavoro fino ad ora svolto da due diversi soggetti. Ma l’obiettivo più importante, e fonte di grande orgoglio per questa amministrazione, è il lavoro fatto sui conti di Aeep che oggi può finalmente contare su un piano industriale che la porterà ad essere sempre più efficiente e utile ai nostri cittadini».
«La situazione debitoria di Aeep era ben nota», spiega Leopoldo Passazi. «Ciò che era meno chiaro, tuttavia, era il percorso che avremmo dovuto intraprendere per inglobare la società di servizi. L’advisor cui ci siamo rivolti nel 2016 ha individuato come condizione essenziale per la buona riuscita dell’operazione la riduzione del debito di Aeep, senza il quale l’operazione non si sarebbe potuta fare. Ed è con questo obiettivo che abbiamo lavorato per 5 anni. Un tempo record, considerato tutto, che però ha visto la nostra struttura, a partire dal direttore generale Massimo Melato, impegnata incessantemente».
Recentemente anche la Corte dei Conti aveva dato come indicazione la fusione delle due società: «Era», spiega Marcon, «il processo che avevamo già intrapreso quando vi era la legge che prevedeva per il nostro Comune una sola partecipata al cento per cento. Ora questo obbligo non c’è più, ma l’obiettivo è stato raggiunto».
La nuova unica azienda dei servizi comunali ha un volume di affari di 4,2 milioni, occupa 22 dipendenti e genera un indotto sul territorio di 3 milioni di euro su base annua. «Insieme al risanamento», spiega il direttore Massimo Melato, «è stato attuato un processo di efficientamento generale dell’azienda. Si è passati per esempio da un valore complessivo dei crediti pari a circa 600 mila euro agli attuali circa 200 mila; sono poi stati sbloccati cantieri e ricondizionati circa 60 alloggi che sono poi stati messi a disposizione per l’assegnazione; e infine sono stati chiusi alcuni mutui e debiti per un controvalore di circa 10 milioni di euro. Oggi, con la possibilità di eseguire inhouse, e non in appalto, i lavori di manutenzione, possiamo immaginare un ulteriori efficientamento in ordine ai 100 mila euro all’anno di risparmio». —
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