Funerali, i preti vietano le offerte non destinate alla parrocchia

SPRESIANO. «Non è consentita la raccolta di offerte sul sagrato delle chiese parrocchiali o all'interno per motivazioni decise dai familiari del defunto». È la decisione presa dalle tre parrocchie della collaborazione pastorale di Spresiano, sottoscritta dai parroci don Giuseppe Vido di Spresiano, don Giovanni Stasi di Lovadina e don Angelo Caon di Visnadello, e comunicata a tutte le imprese di onoranze funebri della diocesi di Treviso. Per i tre parroci, «ogni parrocchia è organizzata da sempre per raccogliere direttamente le offerte con questi scopi: opere parrocchiali, scuola materna, San Vincenzo».
In base alla lettera dei tre parroci, durante la celebrazione dei funerali non saranno più consentiti banchetti all’esterno della chiesa (né all’interno) per raccogliere fondi da devolvere ad Advar, Ail, Airc e altre associazioni che spesso i parenti dei defunti scelgono come destinatarie delle offerte, con motivazioni che a volte sono strettamente legate alla malattia (e a volte alle volontà) del loro caro che non c’è più. I parroci, inoltre, suggeriscono ai familiari e alle imprese di pompe funebri di stampare sull'annuncio mortuario una dicitura del tipo: «I familiari desiderano che le offerte, in sostituzione dei fiori, siano per... (nome dell’associazione) da consegnare direttamente alla famiglia». Insomma, se i familiari del defunto vogliono che siano destinate offerte a qualche associazione, quelle offerte andranno consegnate direttamente a loro ma non raccolte tramite il banchetto all’esterno della chiesa. Suggerimento, quello dei parroci, che ha letteralmente mandato su tutte le furie alcuni proprietari delle imprese funebri. «Le epigrafi le stampiamo come dicono i familiari del defunto, e non certo come vogliono i parroci, si stampino loro dei cartelli da appendere nelle bacheche delle chiese per far valere questo nuovo divieto», è la protesta di un impresario. I parroci nella loro lettera precisano: «Si precisa che non sarà consentito nessun banchetto all'entrata della chiesa (sagrato) con materiale illustrativo e, inoltre, si consiglia di sospendere qualsiasi giudizio negativo sull'iniziativa. Anche se le ragioni della decisione sono ovvie, le ricordiamo: diventa sempre più difficile curare gli edifici sacri, pagare le utenze, sostenere le attività delle parrocchie, posto il calo progressivo di pratica religiosa e quindi del sostegno finanziario dei praticanti», conclude la lettera dei tre parroci.
Insomma, da parte dei parroci spresianesi arriva ai fedeli un invito ad essere “indulgenti” rispetto a questa scelta e a non giudicare in modo affrettato negativamente questa iniziativa che pare necessitata dalla situazione economica difficile delle parrocchie. Ma come la prenderanno i parrocchiani?
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