Fucilata al genero nel giardino di casa Perizia sull’anziano

silea. Perizia psichiatrica su Giovanni Padovan, l’anziano novantunenne di Silea che il 19 maggio scorso uccise il genero Paolo Tamai, marito della figlia e padre dei suoi nipoti, con il quale da tempo non correva buon sangue. Il pubblico ministero Davide Romanelli l’ha chiesta ed ottenuta dal giudice delle indagini preliminari Angelo Mascolo. Due i quesiti posti allo psichiatra Tiziano Meneghel. Se Padovan fosse capace d’intendere e volere nel momento dell’omicidio e se sia capace di partecipare al processo.

Il giudice delle indagini preliminari Mascolo ha concesso 90 giorni di tempo allo psichiatra per portare a termine la sua perizia e rispondere ai due quesiti. Nel frattempo, l’anziano, alla veneranda età di 91 anni, rimane in carcere.

Padovan è accusato di omicidio del genero portato a termine con un colpo sparato con una doppietta da caccia. All’anziano si contesta anche l’aggravante dei futili motivi per aver sostenuto di aver agito dopo essere stato colpito da alcuni sassolini lanciati dal genero, “armato” di una piccola vanga che Tamai impugnava per dei lavori di giardinaggio che stava facendo da solo.

Tutte motivazioni, compresa quella di un’aggressione ad opera di Tamai nel lontano 2004, così futili da indurre la procura a nutrire qualche dubbio sul suo equilibrio mentale ed in genrale sulla sua personalità.

Se la perizia dovesse stabilire che Padovan era incapace d’intendere e volere, l’anziano potrebbe essere scarcerato ed essere accolto in un Rems (residenza per le misure di sicurezza), le strutture riabilitative che nel 2015 hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari.

Il procedimento penale a carico di Giovanni Padovan dipenderà, dunque, dall’esito della perizia dello psichiatra Meneghel. Tra tre mesi, l’esito. —

M.Fil.

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