Folla e dolore per l’addio al tredicenne suicida

Gli amici alla veglia di preghiera: ci hai nascosto il tuo dramma, aiutaci da lassù La mamma crolla davanti alla bara bianca del figlio ricoperta di rose bianche
Di Vera Manolli
DeMarchi Fossalunga funerale ragazzino suicidato
DeMarchi Fossalunga funerale ragazzino suicidato

VEDELAGO. Folla per l’ultimo saluto al tredicenne suicida.

Tutto il paese e non solo ieri mattina si è stretto in un grande abbraccio alla famiglia, ai compagni di scuola e agli amici del ragazzino che si è tolto la vita domenica sera.

Nella chiesa di Fossalunga tra le lacrime, in silenzio, tutti hanno ascoltato le parole struggenti di don Antonio. Parole che hanno sviscerato l’anima sofferta e il dolore che da tempo portava dentro il ragazzino. «Purtroppo ci hai lasciato troppo presto», ha detto il parroco durante l’omelia, «La tua vita è stata una fiamma che un colpo di vento ha spento all’improvviso».

La mamma del tredicenne, accompagnata dagli altri due figli, è crollata in un pianto disperato davanti alla bara bianca ricoperta da mazzi di rose bianche.

«È un dolore che lacera dentro», ha aggiunto don Antonio dal pulpito, «Non possiamo credere che la tua vita si sia spezzata in un modo così violento e vorremmo che le nostre parole, i canti e le preghiere ci dessero la forza per andare avanti». Grande il dolore ieri mattina tra i compagni di classe del tredicenne ancora sotto shock davanti al gesto estremo e inspiegabile compiuto domenica sera. Il ragazzino era rientrato a casa intorno alle 23 dopo una pizza con gli amici del catechismo. Aveva salutato la mamma e la sorellina e poi si era diretto nella sua cameretta. Lì ha preso una corda, è uscito sul balcone e l’ha legata attorno alla ringhiera, poi al collo e si è buttato giù. Questi sono stati i suoi ultimi drammatici istanti di vita. «Perché in questo modo, a 13 anni?», si è chiesto don Antonio, «Sono tante le domande che ci stiamo facendo in questi giorni, non si può sapere cosa avviene nella mente e nel cuore delle persone. Non si può immaginare cosa sia scattato nella sua mente in quelle ore decisive che lo hanno fatto smettere di lottare».

Anche gli amici del tredicenne hanno fatto sentire le loro parole, i loro pensieri tramite la voce del parroco. «Durante la veglia in sua memoria, martedì sera», ha detto dall’altare don Antonio, «I ragazzi, i suoi amici, lo hanno voluto ricordare così: “Sei sempre stato solare, riuscivi a strappare un sorriso a tutti quanti, sempre con la battuta pronta, ma dentro di te avevi un vuoto incolmabile che hai saputo nascondere” e poi ancora “Non dimenticarti di noi: devi aiutarci da Lassù a essere forti perché noi non ci scorderemo di te”». «Perdonaci», ha concluso il prete, «se non abbiamo saputo capire la tua tristezza, quella che nascondevi dietro a quel sorriso gentile».

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