Floriano Zambon: «Gli devo la guarigione»

L’ex sindaco di Conegliano ricorda i momenti della malattia. Aldo Toffoli e il libro sull’episcopato
Ferrazza Conegliano nuovi assessori Zambon
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VITTORIO VENETO . Albino Luciani, allora uno dei vescovi più giovani della Chiesa italiana, resse la diocesi di Vittorio Veneto per 10 anni, dal 1959 al 1969. E la cattedrale, a Ceneda, profuma ancora della sua vivacità conciliare. Davanti alla statua, sotto il campanile, anche ieri sono stati depositati dei fiori. «Era un conservatore, ma posso testimoniare che il Concilio lo ha davvero convertito, come lui stesso, peraltro, ebbe ad ammettere», racconta Aldo Toffoli, che da presidente dell’Azione Cattolica lo accolse all’arrivo in treno e che in questi giorni ha portato in tipografia un volume con una ventina di testimonianze sull’episcopato vittoriese di Luciani. «E’ stato molto vicino ai lavoratori», testimonia l’ex sindacalista Goriziano Merotto. Floriano Zambon, già sindaco di Conegliano, non nasconde la sua euforia per il decreto del Papa. «Io, don Albino, lo prego già come un beato, anzi come un santo. Gli devo molto». Zambon era colpito da una grave malattia. Si rivolse ripetutamente proprio al “Papa del sorriso” perché intercedesse per la sua guarigione. «Ed è accaduto», conferma. «Era attento alle problematiche della famiglia, rispettoso delle loro dinamiche interne, compreso l’uso dei contraccettivi», ricorda l’imprenditore Fioravante Piovesana. A Vittorio Veneto ancora vive il suo medico personale Antonio Da Ros. Il vescovo mons. Corrado Pizziolo attesta che la memoria delle persone conserva anzitutto l’immagine della sua immediatezza, semplicità e familiarità. «Mons. Luciani era un vescovo che non incuteva timore, ma ispirava fiducia e cordialità di rapporto. E questo si verificava sia verso i cosiddetti “vicini”, sia verso coloro che si mantenevano estranei alla pratica religiosa. Una testimonianza eloquente di questa immediatezza e facilità d’incontro, l’ho avuta durante la visita pastorale quando, andando nelle famiglie a incontrare gli ammalati, in molti casi mi sentivo dire: “Abbiamo già avuto la visita di un vescovo: era Mons. Albino Luciani che è venuto a trovare nostra zia malata, nostra nonno, nostro fratello...».
(f.d.m.)


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