Firma falsa sull’eredità: a processo
ODERZO. «Ha falsificato la firma di nostro padre per ereditare quella casa». Denunciata dal fratello, M.B. è finita a processo con l’accusa di falso in atto privato. Ora però una perizia disposta dal giudice sembra dar ragione alla donna: la firma su quell’atto di passaggio proprietà non è della donna, ed è compatibile con quella del padre ora defunto. La sentenza del giudice è attesa per la prossima udienza, a fine gennaio.
La vicenda nasce da un’eredità contesa tra fratelli, con una causa civile ancora in piedi e una penale. Quest’ultima, come detto, vede a processo M.B., di Oderzo. La donna vive in una casa che era di proprietà dei genitori. Ha una figlia disabile, e sostiene che quell’abitazione le è stata lasciata dal padre volontariamente. «Conoscendo i problemi che ha mia figlia, ha deciso di lasciare a me la casa», sostiene l’imputata.
Una situazione difficile, che però non ha commosso il fratello della donna: da lui è partita la denuncia che ha portato la Procura a contestare il falso in atto privato alla donna. Ad essere stata taroccata, secondo l’accusa, è la firma del padre dell’imputata sull’atto notarile di passaggio dell’immobile. Difesa dall’avvocato Andrea Zambon, la donna ha portato in aula diversi testimoni che hanno confermato la sua versione: la casa sarebbe davvero stata donata volontariamente dal padre. Ora anche la perizia sulla firma sembra far segnare un punto a favore della difesa. Dopo la discussione, nella prossima udienza, è attesa la sentenza. (f.p.)
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