Felice Maniero invitato alla messa per Cristina, uccisa nell'assalto al treno

CONEGLIANO. «Felice Maniero venga alla messa di suffragio per Cristina Pavesi. La celebrerà qui a Campolongo (nel Veneziano) domenica alle 9.30 padre Maurizio Patriciello, il parroco anti camorra di Caivano, nella “terra dei fuochi”. Ecco, quello sarebbe un vero pentimento. Non solamente un calcolo legato a sconti di pena. Poi per noi l’ex boss potrà andarsene per la sua strada. Nessuno lo andrà a cercare». A dirlo è Oriana Boldrin, presidente dell’associazione “Mondo di carta” che ha organizzato un momento di commemorazione per la giovane studentessa universitaria di Congeliano, uccisa esattamente 25 anni fa nell’assalto al treno a colpi di bazooka da parte della banda diretta dall’ex boss della mafia del Brenta.
«Era il 13 dicembre del 1990», ricorda Oriana Boldrin, «quando Felice guidò l’assalto al vagone blindato del treno espresso 2628 Venezia-Milano. Quando i poliziotti risposero al fuoco, la banda decise di far esplodere una carica di tritolo per scardinare le porte blindate. La fecero esplodere incuranti del fatto che stava passando un altro treno, il Bologna-Venezia. La mano di Maniero e dei suoi uccise sul colpo Cristina Pavesi. Ora dopo 25 anni e questa giovane vita spezzata chiediamo all’ex boss mafioso di tornare al suo paese d’origine per dire che è veramente pentito. Si riconcilierebbe sia con la sua famiglia sia con la comunità di Campolongo, che per tanti anni ha lottato per scrollarsi di dosso la nomea di paese mafioso. Per salvare i più giovani in questi anni abbiamo organizzato decine di appuntamenti legati alla cultura della legalità». Su questo versante il Comune di Campolongo ha intitolato una borsa di studio a Cristina Pavesi e un premio letterario insignito lo scorso anno della medaglia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio a Mattarella in questi giorni l’ex boss Felice Maniero si è rivolto chiedendo che intervenisse perché fosse rispettata la sua privacy da parte della trasmissione Rai Report diretta da Milena Gabanelli. In questi anni Campolongo ha cambiato volto radicalmente intanto e gli ex beni della mafia del Brenta sono stati confiscati dallo Stato e ceduti al Comune.
L’ex villa del boss in via Fermi è diventata sede dell’associazione Affari Puliti, un incubatore di aziende che fanno della legalità e della trasparenza negli affari la loro bandiera. L’ex villa del suo braccio destro, Fausto Donà, è diventata una casa alloggio per disagi psichici, mentre gli ex immobili di Giulano Ferrato sono stati messi a disposizione dal Comune per le emergenze abitative. «Come associazione Affari Puliti», spiega il direttore Paolo Bordin, «vogliamo che la villa dell’ex boss diventi il punto di rilancio di imprese giovanili innovative». Intanto sempre in tema di legalità domani alle 21 in sala consigliare del municipio, padre Maurizio Patriciello tratterà del problema dei veleni riversati dalle mafie nel suolo e nell’acqua. Parlerà delle morti di bambini ed adulti a causa dell'inquinamento. E Conegliano non ha mai dimenticato la sua Cristina.
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