Federico, sempre sorridente. A Carbonera lo strazio di genitori e fidanzata

Amava la montagna, una passione trasmessa da papà Mario e dalla mamma. Dal 1998 insegnava discesa, fino a tre anni aveva primeggiato anche in gara

CARBONERA. Aveva appena aperto un'attività artigiana in proprio, Federico Tommasi, quasi a voler raccogliere l'eredità della ditta di posa di linoleum e parquet che aveva avuto il padre Mario, all'interno della quale lo stesso Federico aveva imparato, giovanissimo, il mestiere. Una decisione maturata per definire il suo futuro e cercare stabilità: lunedì sera il trentasettenne aveva lasciato le amate montagne per tornare nella Marca, dove martedì mattina aveva appuntamento con un notaio per parlare proprio dell'apertura della ditta nel comparto dei montaggi.

Nella serata dello stesso giorno era tornato a Misurina. Mercoledì aveva sciato tutto il giorno, e così ieri. Fino a quell'ultima, fatale discesa dopo aver concluso le ore di insegnamento ed aver pranzato alla Malga Rin Bianco. Sarebbe dovuto tornare in albergo, dove viveva quand'era in montagna, ma il destino ha voluto diversamente. Federico aveva la montagna nel cuore: mamma Nives Sponchiado e papà Mario gli avevano insegnato ad amarla sin da piccolissimo. Anche i genitori sciano e così Federico, sin da quando era un bambino, aveva messo gli sci ai piedi. I Tommasi frequentavano al tempo le piste di Zoldo, poi Federico era cresciuto e, viste le doti, aveva iniziato a gareggiare. Vari i titoli conquistati, era particolarmente portato per lo slalom gigante. Tra gli ultimi podi, il primo posto al 36esimo Trofeo Provincia di Treviso nel 2012 a Passo Rolle con i colori della Playlife. Da due anni aveva deciso di non partecipare più alle gare, dedicandosi alla passione per lo sci e all'insegnamento.

Era diventato maestro nel 1998 al termine dei corsi federali, iscrivendosi all'albo regionale, era anche allenatore di sci alpino. Dal 2003 era socio della scuola di sci "Tre Cime" di Misurina: aveva voluto aderire al gruppo sin dalla sia fondazione e con gli altri sei maestri aveva contribuito a creare un team molto unito. «Federico ed io avevamo seguito assieme tutto il percorso, sin dagli anni delle gare e poi i corsi per l'insegnamento, siamo amici da una vita», racconta commosso Mauro Dionori, direttore della scuola "Tre Cime", «Appena aveva disponibilità con il lavoro, veniva in montagna anche solo per trovarci e sciare. Era salito nel periodo di Natale, poi in qualche fine settimana e adesso a Carnevale». A volte con Federico arrivava in montagna anche la sua ragazza Lucia, di qualche anno più giovane, che vive a Selvana. Le stava insegnando a sciare, Lucia era una principiante che aveva la fortuna di poter avere un moroso-maestro. Tutti a Carbonera sapevano della passione di Federico per la montagna d'inverno e lo sci. «Morire sulle piste, una beffa per Federico che era bravissimo a sciare», commentava ieri sera Claudio Manente, titolare della "Ostaria Mediocre" di via Grande di Carbonera, dove Federico era uno dei clienti affezionati. Frequentava anche il bar "Lo Sfizio" che si trova in via Roma davanti al municipio, proprio sotto casa Tommasi. Un ragazzo sempre sorridente, scherzoso, appassionato della Vespa e delle moto, oltre che dello sci. Figlio unico, aveva iniziato a lavorare da giovane nella ditta di posa di pavimenti con il padre Mario, molto conosciuto in paese per il suo impegno attuale negli orti comunali.

Quando il papà aveva deciso di mollare il lavoro, Federico aveva preferito non portare avanti l'attività, ma cercare un'occupazione da dipendente. Aveva proseguito nello stesso comparto, lavorando tra l'altro per una ditta che realizza pavimentazioni per le navi. Capitava che fosse in trasferta a Milano e all'estero. Poi la decisione, maturata di recente, di aprire la partita Iva e mettersi in proprio. Una scommessa che vedeva Federico entusiasta e pronto alla nuova sfida impegnativa. La notizia è arrivata a metà pomeriggio a Carbonera, dove vive anche il nonno Corrado, presidente della sezione dell'associazione invalidi. Mamma Nives e papà Mario sono subito partiti per il viaggio più difficile, verso Misurina. Ad accoglierli, i maestri di sci della "Tre Cime": un abbraccio tra le montagne per cercare la forza di guardare avanti.

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