Fatture false, assolti nove imprenditori

Cadute anche le accuse contro i cavatori Daniele Montesel e fratelli Renato e Roberto Grigolin

SUSEGANA. Nel frigorifero dei gemelli Claudio e Tullio Teia, a Spilimbergo, la Guardia di finanza trovò un milione e mezzo di euro. Le banconote erano suddivise in mazzette con i numeri delle singole fatture false per operazioni inesistenti emesse dalla Nuova ferramenta. Ne scaturirono due inchieste, coordinate dal pm Federico Facchin. La prima ha portato alla condanna, a dicembre, a tre anni e sei mesi, dei fratelli Teia. La seconda ha portato a giudizio, dinanzi al giudice monocratico Rodolfo Piccin, nove imprenditori, accusati di aver utilizzato proprio quelle false fatture per creare elementi passivi fittizi inseriti nei bilanci e nelle dichiarazioni fiscali, in modo da abbattere l’imponibile. L’articolato procedimento si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Piero Barolo, Bruno Malattia e Maurizio Miculan. Prima del dibattimento, peraltro, tutte le aziende coinvolte hanno definito il debito tributario con l’Agenzia delle entrate. Partendo dall’assunto che le fatture erano state emesse per operazioni inesistenti, perché la Nuova ferramenta non aveva un volume d’affari tale da giustificarle, in dibattimento non è stata provata, invece, la consapevolezza del dolo da parte degli imprenditori. L’ampia documentazione prodotta dalle difese ha consentito di dimostrare che tali fatture avevano un incidenza minimale. È stata accolta la tesi difensiva, che aveva sottolineato come i legali rappresentanti e amministratori non potessero essere a conoscenza dell’esistenza di tali fatture, anche perché gli acquisti, soprattutto per materiali di consumo, erano effettuati da magazzini e uffici accentrati, che provvedevano peraltro a predisporre i bilanci e le dichiarazioni fiscali. È stato assolto per non aver commesso il fatto Renato Grigolin, 50enne di Conegliano, finito a processo nella veste amministratore di fatto delle societàl: non è stato provato che ricoprisse tale incarico né che fosse stato lui l’interlocutore dei fratelli Teia nella gestione delle varie operazioni. Assolti, invece, perché il fatto non costituisce reato i legali rappresentanti delle aziende: Gabriella Breda, 54enne di Susegana (Impresa Calcestruzzi Piave srl di San Vito al Tagliamento), Alessandro Silenzi, 71enne di Treviso (Ghiaie Ponterosso srl), Daniele Montesel, 41enne di Susegana, (Confbeton Inerti di Spilimbergo), Christian Perin, 41enne di San Vito e Luigi Perin 64enne di Arzene (Ponte rosso asfalti di San Vito, il secondo solo perché firmatario della dichiarazione di imposte 2008), Roberto Grigolin, 60enne di Susegana e Arrigo Marcon, 48enne di Susegana (Inerti avianese) e Antonio Marcon, di Susegana (Ponte rosso recycling). (i.p.)

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