Famiglia di Nazareth, migliaia di euro dall’Usl

La struttura della famiglia di Emanuela Petrillo tra le più pagate nella Marca per l'assistenza ai disabili. Anni fa la segnalazione in questura: «Fate attenzione»

TREVISO. Il rosario due volte alla settimana in seduta ufficiale, poi i digiuni prolungati, le preghiere singole e collettive e ovviamente la messa, sempre in primo banco, sempre al lato dell’altare. Una devozione ben superiore alla norma quella professata dalla “Famiglia di Nazareth”, l’associazione di Spresiano fondata dai familiari di Emanuela Petrillo dove la stessa ha vissuto gli ultimi vent’anni. Un’associazione dal trasporto religioso tanto imponente da aver attratto l’attenzione e i sospetti della comunità ma non quelli dell’ex Usl 9 che solo nel 2015 le ha bonificato la bellezza di 132.448 euro per ripagarla dell’attività di assistenza ai disabili che l’azienda sanitaria le inviava in gestione, senza tanto dubitare delle Madonne, delle grandi croci, dei rosari che caratterizzavano la grande villa di Spresiano acquistata a suon di donazioni e raccolte fondi. È la terza tra le associazioni più pagate.

Ma alla cifra a cui vanno aggiunti i soldi che la “Famiglia” avrebbe incassato l’anno prima sempre dall’ex Usl 9 per lo stesso tipo di servizio: 28 mila euro più altri 126mila, stando ai tabulati del’azienda sanitaria. I contributi 2016? Verranno pubblicati a giorni ma lasciano supporre che le cifre restino simili. Bastava il fervore religioso a garantire quell’accreditamento in Regione che le permetteva di lavorare nell’assistenza? Per adesso gli stessi responsabili del settore servizi sociali faticano a recuperare la documentazione. Ma intanto, da vecchi documenti forse troppo facilmente dimenticati, emerge anche un esposto alla questura di Treviso nei confronti dell’associazione.

È stato fatto anni fa dal padre di una persona che si era avvicinata alla comunità fondata da Gerardo Petrillo, padre di Emanuela, all’epoca «pranoterapeuta» e «guaritore» secondo i racconti di molti testimoni ma sempre l’unico a non comparire nei volantini e nei documenti ufficiali di fondazione della “Famiglia di Nazareth” che aveva come presidente fino a qualche anno fa Lucio Folegotto. Cosa denunciava l’esposto? «Lo strano coinvolgimento fatto dalla comunità» che portò la giovane a distaccarsi completamente da casa e affidarsi in toto alla “Famiglia” con la quale rimase parecchi mesi ipotizzando di poter «avere le stimmate» come Padre Pio di cui il pranoterapeuta, a suon di preghiere e devozione, avrebbe detto di essere una sorta di intercessore. Misteri e forza della fede. Fatto sta che l’esposto che ipotizzava una sorta di plagio chiedendo di approfondire non ebbe seguiti e la comunità ha continuato a pregare, a «rispettare l’ortodossia cattolica» come cita l’atto di fondazione, «affinchè il nostro amore e l’amore di Dio si stenda su tutte le creature». Da Lovadina, dove la “Famiglia” dei Petrillo ebbe prima sede, si arrivò così alla comunità di Visnadello e da lì alla villa di via Manin a Spresiano. I soldi giravano, ancor prima dell’Usl 9 arrivavano da vendite di fiori e offerte. Un esempio lo dava il bilancio di qualche anno fa: 141mila euro di incassi derivanti da “offerte”. Mica male. Dove finivano? Alla “Famiglia” e in India. Dicono.

Federico de Wolanski

Valentina Calzavara

Argomenti:vaccini

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