False vaccinazioni a Treviso: anche la Corte dei Conti indaga sul caso Petrillo

Istruttoria contro l’infermiera per accertare danni erariali e di immagine
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO -LA MADONNINA- DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE ULSS 9
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO -LA MADONNINA- DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE ULSS 9

Non solo Trieste, ma anche Venezia. La Corte dei Conti del Veneto - come quella del Friuli - ha deciso di aprire un’istruttoria sulle presunte finte vaccinazioni da parte dell’infermiera trevigiana Emanuela Petrillo. L’azione della magistratura contabile parte dall’ipotesi di danni erariali per disservizi causati da condotte oggetto di indagine penale. Indagine che è stata riavviata dalla Procura di Treviso dopo la precedente archiviazione del procedimento.

Duplice il danno che potrebbe essere contestato all’infermiera finita sotto inchiesta per peculato e falso ideologico: quello erariale e quello d’immagine. Il primo è legato al fatto che l’Azienda sanitaria Usl 2 deve rifare le vaccinazioni mancanti e quindi non solo comprare nuove dosi, ma anche destinare personale ad hoc per svolgere questa attività straordinaria. Certo, i numeri della Marca non sono quelli di Codroipo dove Petrillo prestò servizio dal 2009 al 2015 e dove si parla di circa 7 mila casi con 5.400 vaccinazioni già riprogrammate; all’Usl 2 sono 500 i bimbi che potrebbero non essere stati sottoposti a profilassi.

Si tratta del numero di bambini passati sotto Petrillo; lo studio a campione iniziale su 25 piccoli pazienti ha rivelato che 21 sono privi di reagente. Questo significa che la percentuale di non vaccinati si profila piuttosto alta anche nella Marca. Con tutto quello che ne consegue in termini di riprogrammazione della profilassi.

Nel conteggio del danno erariale che verrà fatto dalla magistratura contabile, rientra anche un’altra somma: quella relativa alle spese legali che l’ente pubblico dovrà sostenere per la tutela giudiziale. È prevedibile infatti che - se si arriva all’incriminazione dell’infermiera - l’Usl 2 si costituisca parte civile nel procedimento come ha peraltro già annunciato di fare il governatore Luca Zaia per la Regione Veneto.

C’è poi il danno d’immagine provocato alla sanità locale dalle presunte violazioni della sua dipendente: per procedere in questo senso occorre però l’accertamento della responsabilità della donna sotto il profilo penale. L’esatto conteggio della cifra che potrebbe essere contestata dalla magistratura contabile, verrà fatto soltanto dopo la chiusura dell’inchiesta da parte della Procura di Treviso.

Certo fin d’ora è il fatto che la posizione di Emanuela Petrillo sta diventando molto delicata. L’infermiera è infatti al centro degli accertamenti di ben quattro Procure, due ordinarie (Treviso e Udine) e due contabili. Trieste, con il procuratore Tiziana Spedicato, ha avviato un’istruttoria per quanto riguarda i casi registrarti a Codroipo, con riferimento al danno erariale e a quello di immagine. E, in Friuli, c’è già chi ha ipotizzato una cifra che potrebbe essere contestata all’infermiera: 500 mila euro calcolati con riferimento al costo della nuova campagna vaccinale (5.400 persone richiamate, una quindicina di professionisti arruolati allo scopo).

C’è, infine, un altro fronte legale aperto per l’infermiera di Treviso: quello della class action annunciata da un gruppo di mamme friulane e trevigiane. «La prossima settimana procederemo alla nomina di un immunologo, microbiologo, pediatra e medico legale», spiega l’avvocato Sergio Calvetti che ha avviato l’azione legale per conto delle famiglie. Gli specialisti dovranno verificare eventuali danni causati dalla mancata vaccinazione e anche i rischi della rivaccinazione. Dopo gli esiti di tale accertamento, l’azione collettiva entrerà nel vivo. Per il momento c’è una collaborazione con le Procure penali per raccogliere le testimonianze dei genitori.

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