Fallita la S. Marco Group 30 restano senza lavoro

ALTIVOLE. Dichiarata fallita la San Marco Group di via Toniolo, specializzata nella verniciatura industriale. La sentenza del tribunale fallimentare di Treviso è dello scorso 24 aprile. Da tempo si erano palesati segnali di crisi, dovuti alla mancanza di liquidità. I trenta dipendenti, in gran parte stranieri, sono ora senza lavoro e non possono neppure godere degli ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione, in quanto stanno aspettando i soldi di quella ordinaria che nell’accordo sindacale prevedeva che fossero anticipati dalla azienda. Ma l’accordo non è mai stato onorato e quindi deve intervenire l’Inps per il pagamento diretto, condizioni che richiede tempi d’attesa. Idem per la cassa integrazione straordinaria. «Una situazione alquanto difficile quella della San Marco», constata il rappresentante Fiom Cigl per Castelfranco e Montebelluna, Giampaolo Miotto, «abbiamo sempre riscontrato difficoltà nei rapporti con la proprietà: Matteo Pisano, che in pratica faceva le veci dell’amministratore unico, non partecipava mai agli incontri con i sindacati. Tutto era deciso in modo unilaterale». Le prime avvisaglie che la situazione non procedeva bene alla San Marco risalgono alla fine del 2011. «Allora», informa Miotto, «non erano state versate le tredicesime. Analoga situazione si è verificata anche nel 2012. A tutt’oggi non risultano pagate svariate mensilità». I sindacati avevano riscontrato anche parecchie anomalie nella gestione della forza lavoro: disattese alcune norme basilari del contratto nazionale, straordinari organizzati con criteri arbitrari, anche le pause sul lavoro non erano rispettate (otto ore di lavoro filate senza interruzione), influendo negativamente sulla tutela della sicurezza. Nell’estate scorsa la questione aveva dato origine a una mobilitazione dei dipendenti, ma neppure questo ha fatto smuovere gli amministratori dell’azienda, fortemente decisi a gestirla senza alcun confronto e rifiutandosi di chiedere gli ammortizzatori sociali. «Una situazione da anni ’50», l’aveva definita il segretario provinciale Fiom Elio Boldo, «in cui l’azienda scarica i suoi problemi sui lavoratori sfruttati». L’atteggiamento di chiusura dei vertici aziendali ha impedito l’ingresso di nuovi soci : recentemente vi erano stati alcuni contatti con un’altra azienda che poteva risollevare le sorti della San Marco Group, ma poi non se n’è fatto nulla.
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