Fadalti: «Verdetto per l'opinione pubblica»

Sollevati per il no all'associazione a delinquere, i difensori verso l'appello
L’avvocato Luigi Fadalti, difensore di Loredana Bolzan
L’avvocato Luigi Fadalti, difensore di Loredana Bolzan
 «E' una sentenza che risponde alle aspettative dell'opinione pubblica». Luigi Fadalti, avvocato difensore di Loredana Bolzan e del fratello Luigi, non si mostra stupito dalle pesanti condanne inflitte dal tribunale di Treviso ai suoi assistiti. Ma, contemporaneamente, si dice fiducioso sull'esito dell'Appello. «Il fatto che sia caduta l'accusa di associazione a delinquere - sottolinea il legale - ci fa ben sperare per i prossimi gradi di giudizio. Ci sarà da lavorare, ma non è ancora finita». Fadalti ha sempre sostenuto che la Bolzan non è il «genio del male». Anzi, il sistema adottato per distrarre la somma contestata era semplice, se non addirittura elementare. Le sottrazioni di denaro, sottolinea il legale, sarebbero state consentite, oltre che dalla mancanza di controlli, da un'impermeabilità tra i diversi sistemi operativi utilizzati dall'azienda sanitaria. Era stato lo stesso giudice del lavoro Massimo De Luca, condannando nei mesi scorsi la Bolzan al pagamento dei danni, aveva definito «impietoso» il quadro «dello stato e della funzionalità dei controlli presso l'Usl». Motivo per cui, secondo la difesa, la Regione dovrebbe costituirsi parte civile non nei confronti della donna, ma dei dirigenti dell'azienda sanitaria. Si dice abbastanza soddisfatto anche Giuseppe Basso, avvocato di Massimo Zanta (condannato a cinque anni). «E' caduta l'associazione a delinquere - sottolinea - e questo è sicuramente un fatto positivo. Ora dovremo aspettare di leggere le motivazioni della sentenza di condanna per poi stabilire come muoverci». «Sono soddisfatto perché è stata riconosciuta la bontà dell'impianto messo in campo dalla Regione», commenta l'avvocato Federico Vianelli, rappresentante dell'ente pubblico. Loredana Bolzan è stata infatti condannata a pagare alla regione Veneto, costituitasi parte civile, una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 4 milioni di euro.  Ora la battaglia si sposta nel processo che si aprirà il prossimo 5 aprile. Sul banco degli accusati si siederanno la cognata della Bolzan, Stefania Donadi, Stefania Martinelli, Gabriella Zanta (mamma di Massimo), Anna Fantin, Luigi Severin (ex marito di Loredana Bolzan), Fausto Zorzan e Walter Pasqualin. Nel dibattimento si cercherà di dare diverse risposte, soprattutto per quanto riguarda il ruolo giocato dalle banche coinvolte in questa vicenda. La Procura, che ha sempre sottolineato la scarsa collaborazione degli istituti di credito nel ricostruire le movimentazioni di denaro, vuole capire come mai le banche non si siano mai allertate in seguito a prelievi di denaro, a volte superiori alle soglie previste per far scattare l'applicazione delle norme antiriciclaggio. E non è escluso che possano anche emergere dettagli che fino ad oggi sono rimasti solamente sullo sfondo o che non sono proprio mai emersi durante l'inchiesta.

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