Fa l’estetista a ottant’anni «La pensione? C’è tempo»

Pietro Zandonadi è l’anima del centro di bellezza «Pier»: è anche scultore Ieri ha ricevuto un attestato «per la lunga attività professionale» in Comune
Di Renza Zanin

CONEGLIANO. «Alzarsi presto al mattino e lavorare tanto»: è questo l’elisir di giovinezza di Pietro Zandonadi, che alla soglia degli 80 anni lavora ancora nel suo istituto di estetica “Pier” in via Marin, una delle laterali di via Lourdes. Il centro di bellezza è un piccolo angolo verde in città, tra opere d’arte fatte con le sue mani e alberi di cedri e limoni. Ieri il Comune lo ha convocato in municipio per consegnarli un attestato «per la lunga attività professionale». E lunga è dir poco. Classe 1933, Zandonadi pratica ancora massaggi contro cellulite e smagliature, trattamenti viso e corpo, depilazioni, il suo centro offre solarium, idromassaggi, sauna. Tutto da solo. Insomma, mentre c’è chi attende con ansia l’ora della pensione, lui ha pensato di aprire un estetica il giorno stesso in cui avrebbe dovuto finire di lavorare. «Se non lavoro gli ultimi anni, quando muoio non lavoro più», scherza l’uomo, originario di San Michele di Cimadolmo mentre apre la porta in canotta, pantaloncini e bandana sulla fronte.

La sua è una vita professionale iniziata in giovane età. «Ho cominciato a 13 anni nelle risaie di Vercelli, poi a 15 sono andato in Svizzera, dove ho lavorato per 4 anni come giardiniere, poi sono tornato a casa per fare il militare e a 21 ho cominciato a fare l’infermiere in ospedale». Nei reparti dell’ospedale di Conegliano ci è rimasto per 26 anni. Poi nel 1985 ottiene la licenza di estetista. «Quando lavoravo in ospedale mi occupavo dei corpi appassiti, ora che ho un istituto di bellezza mi occupo dei corpi in fiore», recita una delle sue massime appese alle pareti, tra foto di casi pre e post trattamenti.

Tra le sue clienti la più giovane, dice, ha 20 anni, la più anziana 70, ma non mancano i maschietti: «Accetto uomini e donne, basta pecunia», scherza. E con ironia parla anche della congiuntura economica che non ha risparmiato nemmeno lui: «C’è crisi, piange il telefono», dice con alle spalle un’altra frase scritta a mano e appesa allo specchio: «In questo istituto si fa credito solo alle novantenni accompagnate dai genitori».

Pietro Zandonadi prima di essere un podologo, e qualsiasi altro titolo che gli abbiano conferito i numerosi attestati, è un artista. Davanti e intorno alla struttura in cui accoglie i clienti (la maggior parte abituali) vi sono statue di sassi e opere di ogni tipo. Sul retro le sue creazioni ripropongono una scena da film di Sergio Leone, tra cow boy e cavalli fatti con le sue mani, nella taverna un mini saloon. Accanto a lui nella vita due figli e 5 nipoti che ieri lo hanno festeggiato con parenti e amici. A segnalarlo al Comune come professionista da premiare sono state un gruppo di frequentatrici del suo centro. E tra le donne c’è chi scherza: «Avere un estetista di 80 anni ti fa sentire sempre giovane».

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