Export e accise La dogana dell’alcol quadruplica gli utili

SILEA. C’è una “dogana” che tratta solamente alcolici: esporta vino in tutto il mondo, importa birra da Olanda, Repubblica Ceca e Regno Unito. E in un anno ha quadruplicato gli utili.
È la storia imprenditoriale di un’intuizione: perché non fornire un servizio completo alle imprese che importano ed esportano alcolici, costrette a fare i conti con un sistema di accise non certo semplice? I big del settore si arrangiano, ma le aziende medio-piccole sono costrette a investire tempo e denaro per trovare (o formare) chi si occupi della faccenda. Per questo la Martino Parisi di Silea, sede a due passi dal casello della A27 di Treviso sud, da anni attiva nella logistica e nelle spedizioni, ha creato una sorta di dogana esclusivamente dedicata alle bevande alcoliche. Il funzionamento è apparentemente semplice: la birra proveniente da vari Paesi dell’Unione Europea (con prevalenza di Olanda, Regno Unito e Repubblica Ceca) arriva nel deposito fiscale della Casa di Spedizioni di Silea, qui viene “presa in carico” e successivamente viene estratta dal deposito con il pagamento dell’accisa dovuta.
Un lavoro gestito quasi interamente in maniera telematica, che richiede preparazione e precisione e per il quale è necessario un quotidiano confronto con l’autorità doganale. Allo stesso modo il vino - non soltanto il Prosecco - viene spedito direttamente da Treviso in tutta Europa con l’emissione di un documento telematico denominato «Ead», predisposto direttamente dalla casa di spedizioni, senza gravare sulle cantine. Se dovessero arrangiarsi, le aziende vinicole sarebbero costrette ad acquisire software e impiegati specializzati.
Nei primi sette mesi del 2014 l’utile del solo settore accise della Casa di Spedizioni Martino Parisi, 16 dipendenti complessivi, ha superato i 100.000 euro. Una scommessa vincente, oltre che un ottimo esempio di ricambio generazionale. Nel 2011, infatti, è stato il presidente della società, Mario Girotto, ad avere l’idea di puntare su questo settore: la figlia Anna, proveniente da esperienze lavorative completamente diverse in area marketing e comunicazione, ha preso in mano la sfida. Ne ha curato l’aspetto commerciale, le strategie di mercato e soprattutto il punto di vista normativo (è docente in vari corsi di formazione). «Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti», dice la stessa Anna Girotto, «Oggi nel Nordest possiamo considerarci un punto di riferimento per i grossisti e i commercianti di bevande alcoliche».
L’accisa è proporzionale al grado plato della birra, concetto leggermente diverso dal grado alcolico. La stessa accisa, inoltre, fa base imponibile Iva: un meccanismo preciso gestito dalla casa di spedizioni per conto degli importatori (e degli esportatori). Il grande magazzino-deposito di Silea, insomma, è diventato una vera e propria dogana internazionale degli alcolici, con prospettive di crescita in doppia cifra anche per i prossimi mesi.
@fabio_poloni
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