Ex Trevenlat, grande vuoto tra aste deserte e fallimenti

Metro più metro meno l’area è grande quanto l’ippodromo di Treviso, ed è completamente abbandonata da anni. È stata occupata da senzatetto e immigrati, sfollata e murata, sorvegliata, dimenticata. Per un decennio si è disegnato nell’aria la sua immensa e completa riqualificazione residenziale ma ad oggi non si è mosso un operaio e l’intero complesso resta in totale abbandono.
È l’area ex Trevenlat, che oggi, oltre a veder sfumare l’affare proposto dalla Regione per la vendita di una delle sua parti edificabili (l’ex Maf), si trova coinvolta nel fallimento di una delle società che volevano rilanciarla: la Gozzo Impianti Spa.
l’area e gli interessi
Parliamo di un’area ampia quasi 60 mila metri quadrati e divisa in passato in quattro lotti con una ampissima capacità edificatoria residenziale (oltre 70 mila metri cubi) a cui si unirebbero altri 10 mila metri quadrati di commerciale-direzionale. Di fatto una “cittadella”, una Treviso 2, al confine tra il capoluogo e Villorba tant’è che negli ultimi quindici anni ci hanno messo gli occhi sopra in tanti. Parte dell’area era stata acquisita alla fine degli anni 90 da Cfi, finanziaria che vedeva come partner Benetton, Stefanel, Maltauro e Del vecchio, Pivato e alcune banche del Nordest. Altra parte fa capo ad Alcide Setten e alla San Pio X che riunisce oltre all’imprenditore i soci Giuseppe Bevilacqua e Rosa Barattin. E con loro anche Eurosviluppo vede come soci Giancarlo Tanzi e Adelchi Faganello (capitale sociale intestato alla società Nettuno). Tanti nomi, tanti progetti, nessun atto, perchè nel frattempo dalla febbre del mattone si è passati alla crisi dell’edilizia e delle banche.
ko regione-gozzo
E a tutto si aggiunge il fallimento della proposta di acquisto fatta dalla Regione per il magazzino dell’ex Maf, a nord dell’ex complesso della latteria, e l’asta seguita al fallimento della torinese Gozzo Impianti che nel 2013 acquisì l’area dell’ex “Trevenlat 2” con l’intenzione di edificare e fallì due anni dopo fallì con i suoi 200 dipendenti. Ironia della sorte quel fallimento oggi potrebbe tradursi nella vendita e successiva edificazione dell’unico appezzamento di terra del piano Trevenlat che non è occupato da capannoni abbandonati e nel degrado: i 7.800 metri lungo via Lancenigo prima delle sede della Croce Rossa.
totale abbandono
Chi non la conosce passa davanti ai muri ormai coperti di edera e alberi senza farci caso, e senza spare cosa c’è dietro: eternit, immondizie, muri a pezzi, vetri rotti con cui convivono a stento soprattutto i residenti delle vie che affacciano sul retro dell’ex Trevenlat, in via della Caselle verso Sanr’Artemio, dove ancora ci sono i segni della ex Permasteelisa, anche quello un capannone abbandonato. La natura si è ripresa quel che poteva, ma sono in tanti a chiedere, ancor prima delle ciclabili, delle aree gioco e del verde promessi dalla mai avvenuta riqualificazione, almeno una pulizia di un buco nero immenso, alla faccia della Treviso 2. —
Federico de Wolanski
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