«Ex ospedale in vendita ma vi si faccia qualcosa per ripagare il territorio»
ASOLO. Il consigliere comunale di minoranza, Nico Basso, con una mozione, porta in consiglio comunale due temi caldi per il Comune di Asolo: la nuova destinazione d’uso delle ex scuole elementari di Casella e di Villa e la realizzazione di un centro di medicina integrata. Se sul destino dell’ex scuola di via Malombra, la giunta guidata da Mauro Migliorini e le minoranze sono in sintonia, ipotizzando una nuova sede per le associazioni, per quanto riguarda l’ex scuola di Villa, la proposta fatta da Basso, ovvero la creazione di un progetto di medicina di gruppo integrata, sul modello di Pieve di Soligo, riapre il problema dell’ospedale. «È noto che l’Usl ha già deciso di vendere l’ospedale di Asolo: facciamo in modo, almeno, che il ricavato rimanga nel territorio e non al Ca’ Foncello», ha detto Basso. «Se il progetto di Pieve funziona, perché non potrebbe andare bene per Asolo?», ha continuato Basso. «Se tutti siamo d’accordo nel mettere in sicurezza le scuole e usarle», ha aggiunto Bernini, sono dubbioso sulla creazione di un unico centro di medicina perché «la concentrazione in un unico luogo dei medici, può essere percepita dal territorio come una perdita di servizi». La scuola di Casella, 14 aule, è stata costruita dopo il 1980 ed è stata definitivamente chiusa per qualsiasi attività ad eccezione dei seggi elettorali, due anni e mezzo fa. A Villa invece ci sono 9 aule e la scuola è decisamente più vecchia: sono anni che si cerca di riqualificare il paese, considerato un quartiere dormitorio: in questo senso, alcuni anni fa, il Comune aveva spostato la polizia locale nel condominio Meneghetti, che, ad inizio anno, ospiterà, invece, la nuova farmacia.
Migliorini si dichiara favorevole a un progetto di sanità condivisa e la creazione di un nuovo distretto socio sanitario, con i medici di base e servizi di riabilitazione da realizzarsi anche con i privati. Il sindaco ha assicurato che Asolo non perderà Ca’ Falier (centro per disabili) e soprattutto che l’Usl, che sta vendendo proprietà in tutta la provincia, non avrà il cambio di destinazione d’uso che le serve, se non assicura la realizzazione di una nuova struttura all’altezza di quella che sta lasciando. —
Maria Elena Tonin
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