Ex Marazzato, arrivano la Sme e Alì

Non solo Alì. All’ex Marazzato e all’adiacente ex Sartori, praticamente di fronte all’aeroporto «Canova», troverà posto anche la Sme, il colosso degli elettrodomestici e del mobile.
Nasce a doppio marchio – o a 4 mani - il progetto del nuovo grande centro commerciale alle porte dell’a città. L’unico sin qui permesso nel territorio comunale, sin dal 2001, quando la Lega varò la variante generale al Prg.
Il progetto definitivo è in Comune, da poche settimane, e già agita giunta e maggioranza. Il nuovo centro commerciale si estenderà su oltre 51 mila metri quadri, di cui 15 mila metri commerciali (e altri 7 mila potenzialmente sfrutta bili). Questo perché a suo tempo, nel 2006, l’assessorato alle attività produttive autorizzò la riconversione del parcheggio della concessionaria in superficie commerciale, con tanto di placet dello sportello attività produttive del comune, allora retto dalla giunta Lega-Pdl. Poi, storia più recente, il fallimento della concessionaria Marazzato, curata in prima battuta dall’ex assessore Livana Scattolon poi scomparsa, le aste del tribunale, una addirittura con le due ex concessionaria accorpata, procedura mai vista, infine l’acquisizione delle aree, separatamente, da parte del gruppo Alì, con una spesa di circa 9 milioni la prima base d’asta era a 15). Il gruppo Alì , patavino, conta 3 mila dipendenti fra Veneto e Emilia Romagna. Il gruppo Sme ha cuore a San Donà, e una decina di grandi empori nel Nordest (nella Marca vanta una storica presenza a Susegana, lungo la Pontebbana).
Non è solo una questione urbanistica, che per di più è nel cuore dell’area più rovente degli ultimi anni, ovvero la zona di San Giuseppe, e in particolare l’area dell’aeroporto dove in teoria dovrebbe esserci, da anni, il piano di rischio del «Canova», che invece manca ancora all’appello.
Il sindaco Manildo e l’assessore Camolei avrebbero già esplorato tutti gli aspetti legati all’autorizzazione, da quelli legali a quelli amministrativi e commerciali, per vedere se l’amministrazione ha margini di manovra per dire la sua su cubatura, impatto e aspetti viabilistici. In teoria, nemmeno l’approvazione del piano di rischio prima dell’approvazione del progetto potrebbe fermare il centro commerciale.
La destinazione a suo tempo stabilita dalla Lega, il progetto e la richiesta di autorizzazione edilizia presentata prima del piano di rischio, la congruità del progetto con gli standard regionali in materia di commercio e grande distribuzione fanno sì che il Comune non possa in alcun modo fermare il centro commerciale.
Cosa dirà il fronte anti-cemento e anti centri commerciali della maggioranza, trasversale a Pd, Sel e liste civiche? La coalizione Treviso Bene Comune, in campagna elettorale, aveva preso lì’impegno di fermare le grandi operazioni urbanistiche.
Manildo e Camolei, che hanno esaminato il progetto nelle ultime settimane, ed hanno consultato gli uffici competenti (almeno 4 settori a Ca’Sugana interessati) sarebbero intenzionati, secondo i bene informati di Ca’ Sugana, a compiere un passaggio politico con la maggioranza.
Ma tutti, in giunta e nella coalizione, sono consapevoli che lo sbarco del progetto in commissione urbanistica è destinato giocoforza a rialimentare polemiche e scontri interni.
Senza contare che non mancano scogli di tipo eminentemente tecnico, a cominciare dallo svincolo. Il nuovo centro commerciale potrebbe addirittura diversi appoggiare a una della rampe di accesso dalla Noalese dalla tangenziale.
In ogni caso, il centro commerciale non aprirà prima del 2016: i tempi tecnici parlano di 18.24 mesi necessari, prima dell’inaugurazione
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