Evasione per 25 milioni arrestato il pilota Valle

Una “fabbrica” di fatture false in 5 società tra Villorba, Arcade e Susegana Ai domiciliari Bortoluzzi. Altri due indagati, tra cui la madre del campione

VILLORBA. Un dedalo di società che avevano come attività principale l’emissione di fatture false, con l’unico scopo di frodare il Fisco. Un giro di operazioni finanziarie inesistenti da 25 milioni di euro, che da Treviso porta a Barcellona. Movimenti di denaro da centinaia di migliaia di euro ciascuno, orchestrati, secondo la Guardia di Finanza, dai membri della stessa famiglia. Ieri mattina le Fiamme gialle, su ordinanza del gip Silvio Maras, hanno stretto le manette ai polsi del pilota Fabio Valle (difeso dagli avvocati Carlo Augenti e Gianfranco Nicosia), 52 anni, di Villorba, finito in carcere con l’accusa di evasione fiscale e mancato versamento dell’Iva. È agli arresti domiciliari Marco Bortoluzzi (difeso dall’avvocato Stefania Bertoldi), 36 anni, di Spresiano, titolare di una delle aziende che, secondo la ricostruzione delle fiamme gialle, emettevano le false fatture, una delle società “cartiere”.

Nell’inchiesta (coordinata dal pubblico ministero Iuri De Biasi) risultano indagati anche la madre ottuagenaria di Valle, Wilma Rizzo, in qualità di amministratore di tre società utilizzate per il risiko finanziario, e pure un altro parente dell’arrestato, Manolo Biz, 37 anni, di Cordenons, in provincia di Pordenone. Ma lo stesso Bortoluzzi era tutt’altro che uno sconosciuto: risulta essere stato dipendente della Blusteel Srl, la società amministrata da Valle e dalla madre, che utilizzava le fatture di acquisto per motivazioni inesistenti.

Risiko di società. Secondo quanto raccolto dalla Guardia di Finanza, Fabio Valle e Wilma Rizzo, in qualità rispettivamente di amministratori di fatto e di diritto della Blusteel Srl (che nulla ha a che fare con la Bluesteel di Colle Umberto, azienda che ovviamente non c'entra nulla con l'inchiesta) e della Mobile Products Srl, per evadere le imposte sui redditi avrebbero utilizzato decine di fatture di acquisto per operazioni inesistenti. E per nascondere tutto madre e figlio non avrebbero esitato a distruggerla contabilità, dai registri Iva alle fatture relative al periodo 2010/2012. Chi emetteva le fatture di vendita? Ma un altro parente ovviamente, Manolo Biz. Risulta amministratore della società spagnola “Ustari Extens Sl”: secondo le accuse Biz, in concorso con Valle, avrebbe tenuto in piedi questa società (di fatto non più esistente per la Spagna dal 2008) solo per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Fabbrica di fatture false. Ma non c’era solo la società spagnola a emettere fatture di vendita false. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la Omb Srl, amministrata di diritto dalla madre di Fabio Valle, per permettere alle altre due società di famiglia (Blusteel Srl e Mobile Product Srl) l’evasione delle imposte sui redditi emettevano fatture di vendita inesistenti a sei cifre, per una cifra che sfiora i dieci milioni di euro. Il sistema sarebbe rimasto in piedi per almeno 3 anni.

Il dipendente ai domicliari. Marco Bortoluzzi, in qualità di titolare della ditta “Bm di Bortoluzzi Marco”, avrebbe emesso fatture di vendita milionarie alla Blusteel. Ma come fa una ditta senza dipendenti a generare beni e servizi per una cifra così elevata? Il legame tra Bortoluzzi e Valle è stato scoperto nel corso delle indagini: Valle risulta essere dipendente della Blusteel Srl dal 2013. Omb Srl, Ùstari Extens Sl e Bm di Bortoluzzi Marco, secondo gli investigatori avrebbero avuto la funzione di società cartiere, la cui specifica attività "imprenditoriale" consiste nello stampare fatture, ovviamente false, allo scopo di frodare l’Iva.

Gli arresti. Ieri mattina la Guardia di Finanza ha eseguito gli ordini di custodia cautelare. Il gip Maras ha stabilito che sussistono le esigenze cautelari tali per cui Bortoluzzi sia tenuto agli arresti domiciliari. Secondo il giudice c’è una pericolosità legata all’iterazione della sua condotta. Ha poi stabilito la carcerazione di Fabio Valle visti i precedenti a suo carico: l’ex pilota è già stato condannato a nove mesi di reclusione per reati fiscali commessi nell’ambito del crac Stark, azienda dell’Alpago. È stato poi indagato (ma la sua posizione si è chiarita nel corso del procedimento) nel crac Ape e Marmitte Zara.

Valle e i “crac Campeol”. Questa indagine è legata in modo indissolubile al nome di Bruno Campeol, l’ex operaio divenuto imprenditore che pochi mesi fa si è suicidato a Santo Domingo. Campeol era stato condannato sia per il Crac Ape e Marmitte Zara (tre anni e sei mesi di reclusione in primo grado) che per il crac Stark (due anni di reclusione). Nel primo procedimento Fabio Valle risultava indagato, nel secondo è stato condannato insieme alla madre Wilma Rizzo (in qualità di legale rappresentante della Bruper di Refrontolo) per reati fiscali (sono stati entrambi assolti dall’accusa di bancarotta). Campeol, nelle sue lettere da Santo Domingo, quando cercava di difendersi, sosteneva di essere il «pesce piccolo», di essere solo una pedina nelle mani di qualcun altro. Accuse che l’ex operaio si è portato nella tomba, ma che aveva avanzato anche l’ex pm di Treviso Antonio Miggiani. Ora la nuova indagine, che forse apre un nuovo scenario sui vecchi crac.

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