«Evasione milionaria» L’ad di Dottor Group finisce sotto accusa

SAN VENDEMIANO
L’accusa è quella di aver evaso la somma di oltre 2 milioni 200 mila euro, risultanti da ritenute non corrisposte e Iva non versata. Gli anni finiti nel mirino del fisco e adesso del pubblico ministero, sono quelli compresi tra il 2014 e il 2015. Riflettori puntati sull'amministratore unico della Dottor Group, dichiarata fallita dal tribunale di Treviso, vale a dire Pietro Dottor. Ieri si è svolta in Tribunale, l’udienza filtro, in camera di consiglio, dal momento che la richiesta di archiviazione non è stata accettata. A Dottor, difeso dall'avvocato Fabio Pinelli del Foro di Padova, viene imputato di non aver versato le ritenute d'imposta per circa 552 mila euro nel 2015 risultanti dalla certificazione rilasciata ai sostituti, e di aver omesso il versamento dell’Iva dovuta in base alle dichiarazioni dei redditi di oltre 1 milione e 684 mila euro negli anni 2014 e 2015. Una grossa somma, quella sul piatto. L'azienda proprio in quel biennio, era andata incontro a grosse difficoltà finanziarie e ad avere ragione su tutto era stato il pagamento degli stipendi delle maestranze. La linea difensiva, fa emergere che si tratta di reati cosiddetti formali, che vengono contestati per il semplice omesso versamento, ma possono essere giustificati dalla situazione di crisi aziendale. Tanto che esiste una giurisprudenza granitica sulla inesigibilità in taluni casi, relativa alla condotta dell’imprenditore, il quale in grave carenza di liquidità o per la crisi economica in atto che l’imprenditoria ha subito, si limita al pagamento di tutti i dipendenti, nessuno escluso, pur di far andare avanti l’attività di impresa. Dottor avrebbe perciò dato la precedenza a saldare il lavoro dei suoi dipendenti, utilizzando il denaro per pagarli tutti. L’udienza è stata fissata per il mese di giugno. Dottor Group – ricordiamo – impresa fondata nel 1979 dai fratelli Pietro Dottor e Roberto Dottor, è stata dichiarata fallita. Nel corso di quarant’anni di attività ha visto affermarsi la sua leadership nel restauro di immobili storici tutelati tra cui Punta della Dogana e Palazzo Grassi per François Pinault a cura dell’architetto Tadao Ando, l’hotel di lusso Palazzo Papadopoli a Venezia per Aman Resorts, la Torre dell’Orologio, il Palazzo Ducale e il Patriarcato di Venezia. Ma tra le ultime opere, la Dottor ha collaborato con l’architetto Renzo Piano per la realizzazione del nuovo Kimbell Art Museum a Fort Worth (Texas) e per l’Headquarter JMBY ad Hangzou (Cina). A dichiarare il fallimento è stato il giudice Clarice Di Tullio, il curatore è Lorenzo Boer.
Pietro Dottor stava per concludere due operazioni decisive per pagare i debiti: la costruzione di un grande villaggio in Messico e la trasformazione dell’Ex Galvani sul Meschio a Vittorio Veneto in un albergo e centro benessere. L’investitore cinese che l’avrebbe acquistata desiderava anche un annesso edificio, ma la trattativa è andata avanti – inconcludente – per mesi. Nel frattempo, però, era arrivato anche il fisco con le sue pretese. —
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