Estetiste abusive, scatta l’esposto

Le operatrici in regola diventano detective e denunciano un giro di lavoro senza licenze e abilitazioni
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MOTTA DI LIVENZA. Operatrici abusive nel settore beauty: scatta l’esposto alla Guardia di Finanza. Le operatrici in regola diventano detective per smascherare l’abusivismo. Con la crisi economica e la perdita del posto di lavoro, sono in molti ad ingegnarsi e a inventarsi “lavoretti” per sbarcare il lunario. Alle volte però si finisce per allargarsi in attività senza le abilitazioni necessarie e rubando la clientela a chi esercita in regola. «Siamo un gruppo di operatrici attive nel settore della bellezza e del benessere e alcune casalinghe della zona di Motta, Chiarano e Oderzo», spiegano le dirette interessate. «Segnaliamo la massiccia presenza di operatrici abusive che praticano all’interno delle loro abitazioni senza consenso comunale, abilitazione professionale e alcun requisito che la legge impone. Le signore in questione si accaparrano i clienti anche all’uscita delle scuole, tra i colleghi ed ovviamente con il passaparola, anche via Facebook. Il loro non è un semplice hobby, ma è palese che si tratti di un vero e proprio lavoro». Le operatrici hanno raccolto nomi e prove dell’esistenza delle attività abusive. Cospicuo il materiale presentato alle Fiamme Gialle, all’Inps e all’Usl, con nomi, post su Facebook che documentano gli incontri e persino i prezzi pattuiti. «Una ricostruzione unghie può costare 20-25 euro», sottolineano le operatrici in regola, «Esse svolgono l’attività in maniera abusiva, quindi abbiamo deciso di denunciare quanto accade affinché si intervenga ad interrompere questo mercato abusivo».

Claudia Stefani

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