Espropri per la Pedemontana proprietario blocca le ruspe
MONTEBELLUNA. Le ruspe sono ormai a un metro dalla sua terra, ma se prima non viene definito il prezzo di esproprio e quando sarà corrisposto, Giovanni Durante non ha proprio intenzione di consentire che entrino nella sua terra. La zona è quella del casello di Montebelluna Est, nei pressi della Feltrina, dove Giovanni Durante possiede 4mila metri quadri coltivati da una trentina di anni a ulivi. Gliene vogliono portare via la metà per fare il casello, 2mila metri quadri acquistati come gli altri con i risparmi fatti da emigrante in Svizzera. Sembrava che tutto fosse risolvibile con la modifica del casello, la Via regionale aveva dato anche parere favorevole alla sua osservazione, poi la Via nazionale ha cancellato tutto e i 2mila metri sono rientrati nel progetto. «Hanno fatto l'immissione in possesso ma dalla Pedemontana Veneta non ci è stato proposto alcun indennizzo sul possesso e sul valore dell'area e se non ci dicono quanto e quando lo daranno qui non entrano -afferma il figlio Fabrizio Durante - Non siamo contrari per principio all'opera, ma se si prendono un pezzo di terra devono pagarlo. Non c'è né un accordo bonario né alcuna altra procedura avviata, ma solo la immissione in possesso, e alla Pedemontana Veneta sono sordi alle richieste di mio padre di sapere con quanto lo risarciscono e quando gli daranno i soldi. Se serve un terreno per una opera di pubblica utilità va bene, ma bisogna dare il giusto risarcimento, invece vanno avanti e non si fanno sentire». Che accadrà quando le ruspe avanzeranno? «Spero che vengano a bussare prima di entrare in proprietà altrui -dice Fabrizio Durante- e a quel punto verrà loro detto di no finchè non saranno stabiliti prezzo dell'indennizzo e tempi di pagamento». (e.f.)
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