Esposte al museo le armi naziste di villa Morassutti

Pistole e mitragliatrici trovate in una stanza segreta sono state consegnate al Civico storico sulla guerra di Alano
Di Enzo Favero

MONTEBELLUNA. La pistola mitragliatrice con sette caricatori, la Mauser Luger P08, l'otturatore di riserva e 312 proiettili calibro 9X19 parabellum, tutto materiale che apparteneva all'esercito tedesco durante il secondo conflitto mondiali nascosto in una stanza segreta di villa Morassutti, saranno esposti al Museo Civico Storico Territoriale di Alano. Le armi sono state consegnate alla direzione del museo dal comando della compagnia carabinieri di Montebelluna. Il museo di Campo di Alano sarebbe dedicato alla Grande Guerra e all'emigrazione, lì sono finite i residuati bellici sequestrati ad un cornudese e lì adesso sono andate anche le armi naziste recuperate a villa Morassutti. Potranno servire ad aprire una nuova sezione, dedicata al secondo conflitto mondiale e alle rappresaglie naziste e fasciste nel trevigiano e nel bellunese. A villa Morassuti, a Montebelluna, aveva sede infatti un comando delle SS, vi furono rinchiusi e sottoposti a torture, partigiani o presunti tali che venivano catturati nel montebellunese e nella fascia pedemontana. Le armi ritrovate lo scorso agosto durante alcuni lavori di restauro, ricordano dunque una storia tragica: quella delle rappresaglie nazifasciste dopo l'8 settembre del 1943. Il figlio e i nipoti di Marco Vitale Morassutti avevano commissionato alcuni lavori di sistemazione, nel corso dei quali era stato scoperto un muro posticcio che nascondeva una stanza segreta al cui interno c'erano pistole, mitragliatrici e munizioni. Da quel locale nascosto è riemersa, assieme alle pistole, una pagina tragica di Montebelluna e dintorni. Lì nel '44 si era insediato un contingente di SS proveniente dal Piemonte, comandato dal colonnello Dierich, amico personale di Himmler, che ben presto si era fatto conoscere non solo nel montebellunese, ma in tutto il Nordest. Le cronache del periodo narrano che lì gli aguzzini delle SS si alternavano in stanze apposite per costringere i prigionieri a rivelare i nomi dei capi della Resistenza. Si calcola che i partigiani reclusi a villaMorassutti, per periodi più o meno lunghi, furono alcune centinaia, tutti sottoposti a torture, parecchi di essi fucilati contro il muro del vicino cimitero, altri impiccati nel parco della villa, altri ancora morti sotto le torture.

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