Energia per la provincia di Treviso: una stazione elettrica a Volpago

Treviso. Terna investe 80 milioni, impianto su 8 ettari, giù 47 chilometri di tralicci «Sarà il casello per connettere la provincia alle autostrade a 380 kV»

VOLPAGO DEL MONTELLO. Un casello per connettere il territorio all’autostrada elettrica. Così Terna definisce la nuova sottostazione elettrica che vuole costruire a Volpago del Montello. Un progetto pesante per investimento economico (circa 80 milioni di euro) e per impatto (torna la cifra 80, sono le migliaia di metri quadrati occupati). Ma un progetto, a detta della società proprietaria della rete elettrica nazionale, moderno e necessario. Potrebbe essere pronto, se tutto va come Terna spera, nel 2022. Ce ne parla Stefano Conti, responsabile affari istituzionali e autorizzazioni di Terna.

Cos’è una stazione elettrica e a cosa serve?

«Una stazione elettrica, come quella che sorgerà a Volpago, è un elemento della rete di trasmissione elettrica che permette di interconnettere le linee e di trasferire l’energia elettrica tra reti di tensione diverse. Si tratta di un’infrastruttura essenziale per le forniture di energia alle utenze civili e industriali sul territorio trevigiano e veneziano».

Avete parlato in queste settimane di “ipotesi di progetto”: vuol dire che ancora non è certo né definito?

«La prima cosa certa è la necessità di mettere in sicurezza di una vasta porzione di rete tra le province di Treviso e Venezia. Una volta riconosciuta questa esigenza, abbiamo realizzato quella che secondo noi è la migliore ipotesi progettuale possibile, sia dal punto di visto tecnico che della sostenibilità ambientale, in quanto colloca la stazione elettrica sotto le linee esistenti e quindi evita di dovere costruire nuove linee in aereo. Il progetto, così come pensato da Terna, è stato presentato alle istituzioni locali e alla cittadinanza, in modo da condividerlo con il territorio e ricevere suggerimenti e indicazioni, in un’ottica di dialogo e confronto che durerà fino all’avvio in autorizzazione dell’opera».

C’è già un sito preciso e definito? In che via/zona?

«La migliore soluzione individuata per ora è quella che colloca la stazione elettrica in via Fornace Vecchia all’incrocio delle linee a 380 kV e 220 kV che ora transitano su quella porzione di territorio. Realizzare la stazione elettrica sotto linee esistenti significa ridurre la lunghezza dei raccordi tra linee e stazione e utilizzare superficie già assoggettata da vincolo di elettrodotto».

C’è già una tempistica?

«L’istanza di avvio in autorizzazione sarà presentata al ministero dello Sviluppo economico a luglio 2018, dopodiché il progetto seguirà le tempistiche definite dalla Conferenza di servizi che il ministero vorrà avviare».

Quali sono i vantaggi per il territorio?

«Innanzitutto 47 chilometri di elettrodotti smantellati, che significa meno cavi aerei, ma anche trenta ettari di territorio liberato in dodici comuni della provincia di Treviso e in un comune del Veneziano. Non da ultimi, i vantaggi per il territorio risiedono nella messa in sicurezza e nell’ammodernamento della rete elettrica esistente, che non è più in grado di gestire i carichi elettrici esistenti».

Quali sono i vantaggi pratici ed economici per la vostra azienda, invece?

«Terna è gestore unico del servizio di trasmissione della rete elettrica nazionale. Mettere in sicurezza la rete elettrica va a migliorare il servizio erogato, con conseguenti risvolti economici di cui beneficiano gli utenti del sistema elettrico stesso».

Nel progetto si parla di connessione con l’elettrodotto da 380 kV: dove passa e come verrà effettuata la connessione?

«La connessione con l’elettrodotto a 380 kV che ora transita nel comune di Volpago del Montello avverrebbe tramite un breve raccordo in aereo della lunghezza di 100 metri. Collocare la nuova stazione elettrica sotto una rete già esistente permette la realizzazione di raccordi il più corti possibile. I 25 km di collegamenti alle linee a 132 kV saranno invece realizzati in cavo interrato con un impatto ambientale nullo».

Una delle criticità che avete sottolineato presentando il progetto è la “scarsa iniezione dalla rete 380kV su rete 220kV e 132kV”, è possibile spiegarlo in termini meno tecnici e più facili per gli utenti?

«Per semplificare il concetto, possiamo immaginare la rete elettrica nazionale come una rete stradale. L’area di Volpago è come se fosse servita da lunghe strade comunali congestionate dal traffico (reti a 132 kV) che hanno la fortuna di essere localizzate vicino a un’autostrada (reti 220kV e 380 kV). Per migliorare lo scorrimento del traffico ed eliminare gli ingorghi diventa necessario creare un accesso alla rete autostradale, ovvero realizzare un casello. Nel nostro caso il casello è la stazione elettrica, che permette di risolvere le criticità di trasporto elettrico immettendo corrente da linee di tensione superiore».

C’era già un vostro progetto su Volpago nel 2013, quali sono le differenze?

«Sono due progetti completamente differenti. Quello presentato nel 2013 consisteva nella realizzazione di un elettrodotto a 380 kV lungo 30 km che collegava la stazione elettrica di Venezia Nord a una stazione elettrica da costruire a Volpago; questo prevede invece l’ammodernamento della rete elettrica a 132 kV esistente grazie alla realizzazione di una stazione elettrica da costruire a Volpago, ma nessun nuovo elettrodotto a 380 kV e nulla dei 30 km di nuove linee elettriche allora ipotizzate».

Comitati e ambientalisti temono che questo sia un passo verso una autostrada elettrica che colleghi Italia e Austria.

«Per sgomberare il campo da equivoci: il nuovo progetto non ha nulla a che fare con l’interconnessione a 380 kV con l’Austria. Qualora in futuro il territorio trevigiano fosse interessato da un’interconnessione di questo tipo, l’azienda sarebbe tenuta a presentare un nuovo progetto e a ottenere una nuova autorizzazione e, come di consueto, attiverebbe un processo di concertazione con amministrazioni e popolazione».

Si possono fare cifre sull’investimento?

«L’investimento per la realizzazione della stazione elettrica di Volpago e il riassetto della rete associato è di circa 80 milioni di euro tra costruzione della nuova stazione, demolizioni e cavi».

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