Elleti chiude Vedelago, in 45 a rischio

Ai lavoratori di Vedelago proposto il trasferimento a Verona e Bologna, loro non ci stanno e annunciano sciopero e mobilitazione

VEDELAGO. Quarantacinque lavoratori di fronte a un aut-aut: accettare il trasferimento a Verona o Bologna, a centinaia di chilometri di distanza, oppure essere licenziati. Una situazione inaccettabile per i dipendenti della Elleti Group, l’azienda che ha rilevato la storica Martelli Lavorazioni Tessili Spa di Vedelago appena un anno fa, e che ora ha comunicato ai suoi operai di voler chiudere lo stabilimento trevigiano. Lavoratori e sindacati non ci stanno, e - dopo aver proclamato lo sciopero - si ritroveranno domani mattina alle 9.30 in Piazza delle Istitutizioni, a Treviso, per chiedere un passo indietro a Elleti. Al momento il gruppo ha altre due sedi: San Bonifacio (Verona) e Toscanella (Bologna), ed è su queste che sarebbero spartiti i 45 di Vedelago, per la maggior parte residenti nella Marca.

Nella sede di via Papa Sarto a Vedelago la tensione era palpabile da tempo. La “luna di miele” tra Elleti e i lavoratori ex Martelli è durata poco, meno di un anno: tanto è passato dal salvataggio della produzione, assicurato appunto dall’intervento di Elleti dopo il fallimento Martelli, alla decisione di chiudere la fabbrica. «Ci è stato detto che chi non accetta resta a casa, ma chi volete che accetti un trasferimento del genere, da un giorno all’altro, magari con la famiglia che continua a vivere qui?», spiega Cristina Furlan, Filctem Cgil Treviso. «I lavoratori sono rientrati dalle ferie e hanno trovato subito la cattiva sorpresa della cassa integrazione, segno che evidentemente l’intero gruppo, attivo in un settore difficile come quello del tessile, è in difficoltà». Il settore negli ultimi anni è stato “drogato” dai grandi player asiatici, che offrono merce e lavorazioni a prezzo stracciato rispetto ai concorrenti occidentali. A Vedelago il marchio Martelli era una certezza, avendo iniziato a lavorare come tintoria e lavanderia artigianale cinquant’anni fa.

«Quando è subentrato Elleti, un anno fa, c’era stata la promessa di un grande rilancio, perché l’azienda aveva grandi potenzialità» spiega ancora Cristina Furlan, «evidentemente negli ultimi dodici mesi non sono arrivate tutte le commesse che ci si aspettava». Ieri la nota con cui si annuncia il presidio di domani mattina all’Appiani è stata condivisa anche da Femca Cisl e Uiltec Uil Treviso. «L’iniziativa vuole sostenere i dipendenti», spiegano le tre sigle sindacali nella nota unitaria, «il presidio segue l’indizione di uno sciopero unitario, contro il trasferimento dell’attività aziendale in altre province e la chiusura dello stabilimento di Vedelago». Da quanto sembra trasparire, tuttavia, sono poche le possibilità di una marcia indietro da parte della società, che ha già considerato “antieconomico” il presidio trevigiano.

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