Elettricista muore folgorato nel cantiere

Mauro Mori, 46 anni, di Mareno trapassato da una scarica elettrica alla Vetri Speciali. Il giallo della corrente non staccata
Di Rosario Padovano

MARENO. Di lavoro si continua a morire, anche in provincia di Pordenone. A perdere la vita, questa volta, è stato un elettricista di Mareno di Piave. Si chiamava Mauro Mori e aveva 46 anni. L'operaio, ieri mattina poco dopo le 8, era impegnato alla Vetri Speciali di via Gemona 5, nella zona industriale di Ponte Rosso di San Vito al Tagliamento. Era stato chiamato a compiere un intervento di manutenzione sull'impianto elettrico del forno numero 3.

Un intervento che di norma deve avvenire in condizioni di sicurezza, cioè senza che venga veicolata energia. Invece una scarica elettrica molto potente ha folgorato Mauro Mori, marito e papà di un ragazzo di 11 anni. Inizialmente si era parlato di un secondo operaio rimasto ferito, ma questa notizia è risultata infondata.

Per Mauro Mori, conosciuto anche con il soprannome di Mamo, non c'è stato nulla da fare. L'intervento degli operatori sanitari del 118 si è rivelato inutile. Lo Spisal, intervenuto sul posto per avviare l'indagine, ha posto sotto sequestro la cella in cui è avvenuto il tragico episodio. La procura si sta già muovendo per sondare il terreno alla ricerca di eventuali responsabilità. Non si azzardano ipotesi: dal guasto all'errore umano. Sul posto anche i carabinieri della stazione di San Vito al Tagliamento.

Mauro Mori apparteneva a una ditta esterna. Era stato chiamato dalla Vetri Speciali, azienda che confeziona bottiglie e altri prodotti in vetro, proprio per compiere l'intervento di manutenzione. Un lavoro che per Mori rappresentava una routine. Il forno 3 si trova alle spalle della direzione dell'azienda.

Mori si è recato sul posto. Ha visionato la cella su cui avrebbe dovuto intervenire e poi si è messo al lavoro. Non ha fatto in tempo nemmeno a chiedere aiuto.

La scarica da migliaia di volt gli ha fatto perdere conoscenza. Mentre veniva avvertito il 118, sul posto si sono recati altri operai, il direttore e altri dirigenti aziendali. La situazione era disperata. In pochi minuti è arrivata un'ambulanza del 118 partita dall'ospedale di San Vito.

Da Udine invece si è alzato in volo l'elisoccorso, atterrato poco distante. È tornato alla base vuoto. I tentativi di rianimazione dello sfortunato elettricista sono durati oltre mezz’ora. Per Mori non c'era però nulla da fare.

Una cortina di silenzio si è adagiata sull'azienda. All'esterno della fabbrica ad almeno 4 camionisti è stato vietato l'accesso agli ingressi. Il via libera per loro è arrivato solo attorno alle 10.30, quando ormai i primi rilievi si erano compiuti.

Oltre ai carabinieri sanvitesi hanno avuto un ingrato compito gli ispettori dello Spisal, che hanno ascoltato vari testimoni che hanno assistito al drammatico incidente mortale.

Anche una delegazione della Confartigianato ha poi varcato i cancelli, per capire cosa fosse accaduto. Costernazione tra gli amici e i parenti di Mori; la notizia ha raggiunto Mareno di Piave dopo poco.

I sindacati si sono mobilitati, manifestando la loro indignazione per quanto accaduto. Restano insolute diverse domande. Una in particolare. Com'è stato possibile che l'energia elettrica fosse stata in modalità attiva durante l'intervento? È quello che la magistratura vuole sapere.

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