Centro storico in crisi, Mazzoli (FdI): «Servono Stati Generali per il commercio»

Stefano Mazzoli, ex delegato Ascom e ora in Fratelli d’Italia, lancia l’allarme sul commercio in centro a Treviso: affitti alti, calo di affluenza, concorrenza dei centri commerciali. «Serve una strategia condivisa»

Andrea Passerini
Centro storico di Treviso
Centro storico di Treviso

«Sul commercio del centro storico serve un cambio di passo, il settore è in difficoltà, inutile nasconderlo: il mio suggerimento è di organizzare stati generali, due o tre volte l’anno, con comune, Mom, albergatori, allargando il tavolo già attivo. Ed affrontare anche il tema di cosa si attende chi arriva a Treviso e dei servizi che diamo».

Parla Stefano Mazzoli, una vita nel suo negozio di alta moda di piazza Borsa, già delegato Ascom del centro storico per quasi 15 anni, oggi esponente di Fratelli d’Italia. Non ne fa una questione politica, ma parla da “informato dei fatti”, al netto del fatto che l’assessorato alle attività produttive sia gestito dal suo partito con Rosanna Vettoretti. Ma certo per il curriculum le sue parole assumono una rilevanza tecnica ancor prima che politico amministrativa.

Mazzoli, il centro storico perde colpi ed appeal: le vetrine sono spente anche in Calmaggiore.

«Vero. Ma negli ultimi 20 anni è cambiato il mondo, sarebbe altrettanto sbagliato valutare cosa avviene oggi con gli occhiali di ieri. Treviso ha avuto stagioni d’oro, era un riferimento nazionale con le sue botteghe, venivano clienti da tutto il Nordest. Ma oggi quei nomi non ci sono più, dominano le catene. E il caro affitti rende le gestioni, diciamo, più faticose».

E il tema parcheggi, vedi il nodo del park Vittoria?

«Non è chiaro cosa succederà lì, ma la giunta ha illustrato un piano per incrementare l’offerta della sosta. E aggiungo, andrebbero fatte anche altre valutazioni».

Prego.

«Qualsiasi operatore commerciale del centro vede che gli afflussi sono cambiati nell’arco della giornata, il primo pomeriggio registra un calo importante. Allora si potrebbe studiare come rimodulare i costi dei parcheggi. Anche perchè altrimenti il centro, con le sue catene, non è più competitivo rispetto ai centri commerciali fuori mura che hanno le stesse catene».

Tutti a chiedere eventi, poi quando ci sono non mancano le polemiche sulle chiusure, su zone più accessibili ed altra off limits. Lei come la pensa?

«Su calendarizzazione e comunicazione vedo margini di crescita. Premessa: considero assai positivo il ritorno di Goldin con la sua mostra, l’esperienza ci dice cosa possa portare a città e territorio. Bene anche la tappa del Giro, magari la sovrapposizione con il torneo di rugby non è stata l’ideale. Sulle chiusure dico che andrebbe fatto a monte un confronto preventivo, con noi operatori, la comunicazione va anticipata, per far sì che l’accessibilità sia assicurata ai diversi quadranti».

C’è chi dice che l’allarme sicurezza, con le baby gang, e i fatti di sangue in centro abbiano ulteriormente “svuotato” il centro nei fine settimana.

«Problema gravissimo, toccava la percezione dei trevigiani di chi ha sempre vissuto il centro senza alcun problema. Lo scorso autunno inverno, è innegabile, le ripercussioni si sono sentite: ora direi che le azioni intraprese e la presenza delle forze dell’ordine hanno migliorato le percezione e la vivibilità. Lo shopping chiede tranquillità e vivibilità».

Capitolo turismo. Anche qui, settori felici e altri che chiedono più qualità, e non il mordi e fuggi.

«Guai se non ci fosse, è un apporto essenziale. Chiaro, gli eventi sportivi danno benefici alla recettività, e al food and beverage, bisogna allargare lo spettro, o creare una promozione mirata per far sì che la ricaduta di allarghi anche al commercio». 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso