Elena, la manager del turismo con gli occhi a mandorla

CASTELFRANCO. Si chiama “Dragon Bridge”. E vuole creare un ponte di collegamento con il “paese del dragone”: la Cina. Fondatrici del progetto sono quattro giovani: Alessandra Ballon di Belluno, Elena...

CASTELFRANCO. Si chiama “Dragon Bridge”. E vuole creare un ponte di collegamento con il “paese del dragone”: la Cina. Fondatrici del progetto sono quattro giovani: Alessandra Ballon di Belluno, Elena Gajotto di Castelfranco e le due cinesi che vivono in Italia, Wang Juan e Chen Hsinyi. L’intuizione di creare “Dragon Bridge” è datata 2014. «Si tratta di un progetto nato per conoscere, attrarre e accogliere i turisti cinesi indipendenti», spiega Alessandra. «Lavorando nell’ambito da alcuni anni, ci siamo rese conto che il turismo verso l’Italia è cambiato. E apre nuove e inediti opportunità». Un report elaborato da Dragon Bridge mostra che la crescita del turismo cinese è costante in Veneto. Nel 2015 sono arrivati 830.067 turisti cinesi, pari al 7,4% di tutti gli arrivi di stranieri. A partire dal 2010, dopo alcuni anni di flessione, gli arrivi dalla Cina in Veneto hanno registrato un aumento costante, con un tasso di crescita medio annuo del 29%. Solo lo scorso anno si sono contati 207.835 arrivi in più rispetto al 2014, con una crescita del 33%. «Rispetto al 2006 gli arrivi a Belluno sono aumentati del 271% (da 571 a 1.787), a Treviso la crescita è stata del 286% (da 31.935 a 123.206)», continua Alessandra. Partendo da questi dati, con Dragon Bridge (che a breve avrà il suo sito internet, www.dragonbridge.it), le quattro giovani hanno deciso di sfruttare le opportunità che possono essere offerte dal turismo cinese. E questo mettendo la loro professionalità a disposizione degli operatori del turismo: con la traduzione dei siti delle strutture ricettive in cinese; proponendo servizi di accompagnamento e interpretariato in loco; con corsi di formazione al personale, sia di lingua e che cultura cinese. «La barriera linguistica è il primo dei problemi», sottolinea Alessandra, «ma ci sono anche alcuni accorgimenti pratici da prendere: per esempio, cinesi e giapponesi non vanno d’accordo, quindi bisogna evitare di “metterli insieme”».

Martina Reolon

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