È morto De Marco una vita fra Cgil e Pci Gran “pasionario” dei consumatori

La Cgil piange Roberto De Marco, spirato ieri pomeriggio per l’aggravarsi della sue condizioni di salute.
Aveva 83 anni, ed è stato una della figure più rappresentative del sindacato e della sinistra trevigiana, in particolare del Pci.
Di origine romana, in tasca il diploma in ragioneria, sbarca a Treviso nel 1967, giovane funzionario di banca, alla sede trevigiana del banco di Napoli.
La sua spiccatissima sensibilità politica lo porta da subito a impegnarsi per molti anni nel Partito Comunista, portando un contributo non comune sulle materie finanziarie, apprezzatissimo dai comunisti della Marca trevigiana.
Iscritto alla Cgil, diventerà quasi subito segretario provinciale della Fisac, federazione dei lavoratori del credito e delle assicurazioni.
La sua instancabile attività sindacale non si limita al settore professionale di appartenenza, ma fin da subito si rende disponibile nelle attività confederali della Cgil provinciale. In particolare, De Marco brilla nell’organizzare i consigli di fabbrica in una delle stagioni chiave del sindacato e delle battaglie dei lavoratori, ma anche per formare le maestranze degli stessi consigli, in particolare quelli impegnati nelle difficili vertenze sindacali connesse ai bilanci aziendali.
«Un docente attento, preparatissimo, che sapeva coinvolgere gli operai fornendo loro gli strumenti per leggere adeguatamente le partite contrattuali e affrontarle con la migliore preparazione», dice chi ha lavorato con lui in quegli anni. Nel 1980 viene eletto nella Segreteria della Camera del Lavoro di Treviso, con Carmen Buongiorno, ricoprendo per diversi anni anche il ruolo confederale, ponendo sempre l’attenzione alle questioni generali che investono il mondo del lavoro trevigiano. In quel periodo lavorerà fianco a fianco, oltre che con la segretaria generale, con l’aggiunto Gianni Speranza.
Nemmeno il pensionamento intacca la sua passione e il suo impegno sulle questioni che interessano i lavoratori e i cittadini, in primo luogo coloro maggiormente indifesi.
E così, la Cgil trevigiana nel 1996 gli affiderà il timone e il rilancio della Federconsumatori, associazione di tutela dei consumatori, chiedendogli di mettere questa volta la sua esperienza finanziaria ed economia al servizio dei cittadini, siano essi utenti, clienti, acquirenti di beni e servizi, anche di prima necessità come i servizi pubblici. «In pochissimo tempo la sua presenza e il suo apporto si riveleranno essenziali per Federconsumatori», dice una nota del sindacato di via Dandolo, «L’associazione dimostrerà ampia efficienza ed efficacia nella tutela delle persone in materia di tutela dei consumatori, acquisendo considerazione da parte degli enti e delle aziende di interlocuzione sui diversi contenziosi».
Nel 2008 lascerà la presidenza di Federconsumatori a Luigina Giuriati, che a sua volta nel 2018 lascerà per Claudia De Marco, la figlia di Roberto, nel frattempo cresciuta nell’associazione. Né mancherà a De Marco l’attenzione e lo stimolo verso lo Spi, il sindacato dei pensionati, confederazione rimasta fino alla fine un suo punto di riferimento.
«Di lui resta, non solo a livello personale, una testimonianza fortissima di impegno sociale e civile», dice la figlia Claudia, «Ha sempre creduto nel miglioramento della società grazie a un impegno comune, costante e quotidiano».
Fra le sue passioni, la musica e la poesia, e i suoi versi erano toccanti. Vastissimo il cordoglio, non solo nella Cgil. Lascia la moglie Carmen e la figlia Claudia, i nipoti. Ancora da definire il giorno dei funerali.—
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