E il postino a giorni alterni è previsto per l’inizio del 2017
Il piano di riorganizzazione in atto di Poste Italiane non si limita a una razionalizzazione del numero di uffici postali sulla quale il Tar del Lazio sarà chiamato a decidere proprio domani. Si prevedono infatti anche i postini a giorni alterni in ventitré comuni della Marca a partire dal prossimo anno. Il postino è destinato a suonare un giorno sì e uno no nei comuni a minor densità di abitanti.
La piccola rivoluzione è già in atto in numerose città d'Italia: in questi giorni il cambiamento è implementato in numerosi comuni della provincia di Belluno e di Rovigo. In quella di Treviso, invece, il postino suonerà un giorno sì e uno no solo a partire dal 2017.
Oltre al danno però la beffa: nella lista di comuni interessati da questo "servizio a singhiozzo", ce ne sono molti di quelli che stanno facendo i conti proprio in questi giorni anche con il rischio di chiusura degli uffici minori.
Questa la lista dei comuni potenzialmente interessati dalla consegna a giorni alterni: sono 22 o forse 23, perché uno (Moriago della Battaglia) all'ultimo censimento utile ha una densità abitativa proprio pari a 200, la soglia limite.
Quelli che stanno al di sotto della soglia "di sicurezza" sono Borso del Grappa, Cavaso del Tomba, Chiarano, Cimadolmo, Cison di Valmarino, Follina, Fregona, Gorgo al Monticano, Meduna di Livenza, Miane, Monfumo, Paderno del Grappa, Portobuffolè, Possagno, Refrontolo, Revine Lago, Sarmede, Segusino, Tarzo, Valdobbiadene e Zenson di Piave.
«Ma non è detto sia necessariamente un male», ha commentato Paolino Barbiero, segretario Spi Cgil Treviso, «il punto è come lo organizzi il servizio. Già adesso in alcuni comuni in realtà il postino non passa tutti giorni. Il punto centrale è garantire che la posta venga consegnata in 5, 6 giorni al massimo. Cosa che purtroppo al momento non sempre avviene». Insomma, le Poste sono al centro di una riorganizzazione seguita con apprensione nei comuni più piccoli della Marca. (s.g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso