Droga, a Mogliano chiude il Sert

MOGLIANO. C’era una volta il Sert: dopo quasi quindici anni di attività a Mogliano anche il servizio di cura per le dipendenze patologiche, soprattutto legate alla tossicodipendenza, ha chiuso i battenti. Un altro tassello dei servizi sanitari cittadini viene a mancare per effetto della riorganizzazione in atto nell’Ulss 2, sotto la direzione generale di Francesco Benazzi e del direttore distrettuale Franesco Rocco.
L’emorragia di funzioni assistenziali socio sanitarie, legate alla storica presenza della sede distrettuale in piazza Donatori Sangue, continua a colpire il comune di Mogliano. Il caso della chiusura del Sert, attivo dal 2003, si aggiunge alla perdita del servizio vaccinazioni, delle cure domiciliari e del servizio di ostetricia e ginecologia. Il trasferimento è avvenuto già da qualche mese, nella più totale riservatezza.
Ma anche alla luce dei notevoli dati di “affluenza” questa decisione è destinata a far discutere. Gli utenti del Sert, solo quelli moglianesi, erano infatti un centinaio.
E mentre negli altri comuni interessati dal complesso risiko sociosanitario innescato nel 2017, sono quasi sempre i sindaci a scendere in campo in difesa degli interessi territoriali, a Mogliano la giunta guidata da Carola Arena ha preferito non contrastare le scelte dell’Ulss.
Il caso del Sert potrebbe essere però la goccia che fa traboccare il vaso. Ed è proprio dalla maggioranza, per voce del consigliere con delega alle politiche giovanili Giacomo Nilandi, che si manifesta una aperta preoccupazione: «Purtroppo da agosto, nonostante i dati parlino di un consumo in costante aumento e le forze dell’ordine, congiuntamente agli esperti, non manchino di sottolineare come il comune di Mogliano rappresenti uno snodo nel traffico di droga e della cocaina tra Mestre e Treviso» dichiara «il fatto di aver perso un servizio così importante e di averlo portato a chilometri di distanza mette molte famiglie in seria difficoltà.
Oltre a impoverire ulteriormente il nostro distretto, si potrebbe creare una problematica sociale, perché per molti soggetti viene a mancare un punto di riferimento. Avere un servizio nel territorio è completamente diverso da doversi rivolgere agli sportelli generali di Treviso».
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