Dopo 50 anni chiude l’edicola della stazione di Castelfranco: «Affitto troppo alto»

Luciano Albio lascia: «Fallita ogni trattativa con le Ferrovie». Vende giornali dagli anni Sessanta, venerdì è l’ultimo giorno
DeMarchi Castelfranco stazione ferroviaria edicola titolare Luciano Alvio
DeMarchi Castelfranco stazione ferroviaria edicola titolare Luciano Alvio

CASTELFRANCO. Chiude l’edicola della stazione: l'affitto troppo esoso delle Ferrovie dello Stato rende impossibile la prosecuzione dell’attività di Luciano Albio che da 50 anni gestisce quello che indubbiamente è un punto di riferimento per chi prende il treno. «Purtroppo ogni tentativo di ottenere condizioni più favorevoli è fallito», spiega il titolare, volto noto ai tanti pendolari che frequentano la stazione, «e ormai le entrate non sono più floride come una volta. Mi dispiace, ma non avevamo altra scelta». L’ultimo giorno di apertura sarà venerdì, quando saranno spediti via gli ultimi pacchi di giornali, periodici e libri che fino a poco fa occupavano ogni spazio immaginabile dell'edicola.

Luciano Albio ha cominciato a vendere qui i giornali da fine anni Sessanta, prima c'era il papà. Nei tempi d'oro si davano in cambio in sei persone per tenere aperta l'attività dalle 5 di mattina alle 10 di sera, orario continuato, sette giorni su sette. Solo da poco più di dieci anni si chiude al giovedì, per ottemperare all'obbligo di chiusura settimanale, e c’è un orario ridotto. Si fa per dire perché comunque la serranda si apre alle sei e si chiude alle venti. In più di 50 anni Albio è diventato un po' la memoria storica della stazione. «E non solo storica», dice, «conosco tutti gli impianti, spesso faccio da “consulente” a chi deve fare dei lavori qui». Con grande sorpresa di chi riceve la dritta giusta dall'edicolante. «La mia vita è stata qui, ma ormai non si può lavorare per cinquanta euro al giorno. Il commercio dei giornali è cambiato: guardi, anni fa al lunedì mattina andavano letteralmente bruciate le oltre sessanta copie del maggior quotidiano sportivo. L'altro lunedì su 17 copie ne ho rese sei», racconta. Effetto internet, in gran parte, dovuto al fatto che ormai si può leggere il giornale on line su tablet e smartphone, anche in treno. Albio ha assistito a tutti i cambiamenti avvenuti nello scalo ferroviario, ma visto l'ampio orario di apertura era diventato un punto di riferimento per tutta la città. E ha conosciuto anche persone curiose: come la coppia che ogni domenica pomeriggio veniva qui a comprare il giornale da... Bassano: «Glielo avrò chiesto decine di volte perché lo facevano, visto che da Bassano a Castelfranco non mancano le edicole, mi hanno sempre risposto che si trovavano bene da me».

Al di là dei ricavi, quello che più ha lasciato l'amaro in bocca ad Albio è stata la caparbietà da parte di chi gestisce gli spazi commerciali della stazione, dopo tanti anni di onorato servizio: «Non c'è stato verso di venirci incontro, anche alla luce del rischio di impresa che è tutto sulle nostre spalle: quando c'è sciopero dei treni, chi ci ripaga dei mancati introiti? Siamo sempre stati corretti: in oltre mezzo secolo non abbiamo mai ricevuto un rilievo. Essendo all'interno di una stazione dovevamo obbligatoriamente osservare precise regole da servizio pubblico». Il futuro dell’edicola è ora quanto mai incerto se le condizioni rimarranno invariate: «Noi ce ne andiamo, ma sarei disposto a cedere quasi gratis la licenza se qualcuno volesse continuare».

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